Confine L'Italia pensa a un premio fiscale per i frontalieri 

SDA

23.1.2023 - 18:31

L'Italia sta pensando a un premio fiscale di confine per i frontalieri (immagine d'illustrazione)
L'Italia sta pensando a un premio fiscale di confine per i frontalieri (immagine d'illustrazione)
Keystone

Il Governo italiano sta studiando un «premio fiscale di confine» per consentire ai lavoratori e alle imprese italiane di «scegliere se lavorare in Italia o in Svizzera».

23.1.2023 - 18:31

Lo ha detto oggi il ministro italiano dell'Economia Giancarlo Giorgetti nel corso di un convegno sul lavoro transfrontaliero a Morbegno (Sondrio).

«Credo – afferma Giorgetti nel resoconto dell'Ansa – che sia opportuno ragionare per immaginare una sorta di premio di confine da attribuire a quelle aziende e a quei lavoratori che nell'arco dei 20 km dal confine intendono mantenere la produzione e quindi la creazione di ricchezza in Italia, altrimenti il rischio è di una concorrenza che è assolutamente insostenibile, con la conseguente desertificazione produttiva».

Assieme al nuovo accordo sui frontalieri

«L'idea – prosegue – è di fare in modo che parta contestualmente con il nuovo trattato con la Svizzera dal 1 gennaio 2024».

L'obiettivo è «la creazione di una sorta di premio di confine, che in buona sostanza è una forma di defiscalizzazione per i lavoratori dipendenti delle imprese di confine, per dare l'opportunità di scegliere se andare in Svizzera o lavorare in Italia».

«Paradossalmente – aggiunge il ministro italiano – questo (premio di confine, ndr.) è importante ma non è risolutivo, perché bisogna immaginare il futuro con queste forme di intervento e con investimenti e la promozione dell'imprenditorialità». «Dobbiamo trovare ancora tanti giovani che vogliono mettersi in gioco e fare attività e impresa qui in Italia», argomenta il ministro spiegando che «questa è la sfida che tutto il sistema, imprese, amministrazioni pubbliche e politica deve raccogliere».

«Mancano operatori nella sanità e nel turismo»

«Oggi – racconta Giorgetti – basta girare fra i lavoratori per capire che c'è una fatica terribile in alcuni settori più di altri come quello della sanità e del turismo, dove diventa difficile trovare operatori in questo settore».

«La sfida della Valtellina non può essere solamente turistica – conclude – ma anche deve continuare a credere in una vocazione industriale o agroindustriale di assoluta eccellenza. Per fare questo occorre avere spirito imprenditoriale condizioni di favore e forza lavoro disponibile».

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