Medio Oriente Da 120 giorni gli ostaggi nelle mani di Hamas, Israele scende in piazza

SDA

3.2.2024 - 22:00

La manifestazione che chiede il rilascio immediato degli ostaggi israeliani tenuti da Hamas a Gaza, fuori dalla base militare di Kirya a Tel Aviv in Israele.
La manifestazione che chiede il rilascio immediato degli ostaggi israeliani tenuti da Hamas a Gaza, fuori dalla base militare di Kirya a Tel Aviv in Israele.
KEYSTONE

Centoventi giorni nelle mani di Hamas a Gaza. Per gli oltre 130 ostaggi israeliani nella Striscia, sono passati già oltre 4 mesi e nonostante qualche spiraglio di accordo per riportarli a casa, l'intesa tarda ad arrivare.

E in Israele si moltiplicano le manifestazioni per il loro rilascio e le critiche al governo di Benyamin Netanyahu, accusato di non fare abbastanza. A Haifa e a Cesarea – dove si trova la residenza privata del premier – si sono svolte, all'uscita del riposo ebraico, manifestazioni con la richiesta di dimissioni del premier. «Prima di ogni cosa – ha detto Fania Oz-Salzberger, figlia dello scrittore Amos Oz – deve essere rimosso il governo del 7 ottobre».

A Tel Aviv – da sempre una delle piazze più calde – davanti al ministero della difesa, il Forum delle famiglie ha indetto una mega manifestazione in cui si è anche osservato un minuto di silenzio per ricordare i prigionieri a Gaza. Poi si sono susseguiti tanti interventi, anche quelli di ex portavoce militari e familiari dei rapiti, che hanno chiesto la liberazione immediata degli ostaggi e pressato il governo affinché la consideri una «priorità».

La trattativa con Hamas resta ancora in salit

La trattativa con Hamas, sulla base della bozza di accordo mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, resta ancora in salita, complicata anche dal fatto che il capo politico, Ismail Haniyeh, ha posto come cornice ad ogni intesa un cessate il fuoco permanente e il ritiro totale dell'esercito israeliano dalla Striscia.

Posizione – secondo analisti israeliani – difficile da accettare a Gerusalemme dopo 4 mesi di conflitto e centinaia di soldati morti, senza contare le 1'200 vittime dell'attacco di Hamas del 7 ottobre.

La leadership di Hamas sarebbe inoltre spaccata, ha scritto il «Wall Street Journal» riferendo che il capo del movimento a Gaza, Yahya Sinwar, e il comandante dell'ala militare, Mohammed Deif, sarebbero «pronti ad accettare una pausa iniziale nei combattimenti di sei settimane» con l'idea che siano sufficienti a «riorganizzare Hamas e a consentire l'ingresso di maggiori aiuti umanitari per i civili».

Israele continua le operazioni nel sud della Striscia

Al 120esimo giorno di guerra, Israele continua intanto le sue operazioni nel sud della Striscia, soprattutto nella roccaforte di Hamas a Khan Yunis dove proseguono i combattimenti. Il portavoce militare ha fatto sapere che nel campo profughi di al-Shati, nel nord di Gaza, è stato trovato un tunnel «con al suo interno un ascensore».

E volantini che invitano la popolazione «a svegliarsi» e a ribellarsi ad Hamas vengono lanciati dall'aviazione israeliana nel centro dell'enclave palestinese.