Medio Oriente Si tratta a Doha, ma l'inizio della tregua traballa, a Gaza si continua a morire

SDA

6.7.2025 - 21:20

Smoke from an Israeli bombardment rises over the Gaza Strip, seen from southern Israel, Sunday, July 6, 2025. (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
Smoke from an Israeli bombardment rises over the Gaza Strip, seen from southern Israel, Sunday, July 6, 2025. (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
KEYSTONE

Le delegazioni sono pronte ai colloqui, a Doha è stato riservato un intero edificio per ospitare in sale differenti il team negoziale israeliano e quello di Hamas, mentre i mediatori di Egitto e Qatar faranno la spola per portare i messaggi e proporre alternative.

Keystone-SDA

Oggi, mentre la squadra di Gerusalemme era già in volo, il premier israeliano Benyamin Netanyahu è partito con il Wing of Zion per Washington, dove sarà ricevuto dal presidente Donald Trump alla Casa Bianca per la terza volta in sei mesi.

L'incontro, secondo l'ufficio di Netanyahu, avverrà domani alle 18,30, ma non ci sarà il veloce brindisi alla vittoria sull'Iran in mondovisione prospettato inizialmente: Donald e Bibi, secondo indiscrezioni di stampa, ceneranno insieme e parleranno di Gaza, di Teheran e delle trattative in corso per trovare una soluzione storica nei rapporti tra Siria e Israele.

A quando la tregua?

I commentatori ritengono improbabile che il presidente statunitense possa dichiarare il cessate il fuoco nella Striscia durante la visita del primo ministro, come era ritenuto fattibile nei giorni scorsi. La valutazione infatti è che l'accordo per annunciare la tregua richiederà alcuni giorni prima di essere definito, poiché ci sono distanze significative tra le due parti.

Parti disposte ai colloqui

Hamas pur rendendosi disponibile a riprendere i colloqui, a differenza di Israele, ha accettato la proposta ma chiedendo modifiche.

Il piano prevede un cessate il fuoco di due mesi, il rilascio di 10 ostaggi vivi e 18 morti, un ritiro parziale dell'esercito israeliano (IDF) dalla Striscia.

Ma, nel messaggio inviato venerdì a Doha, ha chiesto diversi emendamenti che il governo israeliano ha bollato come «inaccettabili».

Tuttavia, la disponibilità al riavvicinamento indica che entrambe le parti condividono il desiderio di realizzare l'accordo.

Herzog: «Decisioni complesse e dolorose»

Stamattina Netanyahu è stato ricevuto dalla massima carica istituzionale di Israele, il presidente Isaac Herzog, che gli ha sottolineato l'urgenza di raggiungere un risultato: «sostengo pienamente questi sforzi, anche quando comportano decisioni difficili, complesse e dolorose. Il costo non è semplice, ma sono fiducioso che il governo e le forze di sicurezza saranno all'altezza della sfida», ha detto Herzog al premier.

La richieste di Hamas

L'emittente saudita Asharq intanto ha riportato le richieste complete di Hamas: l'ingresso a Gaza di 400-600 camion di aiuti al giorno gestiti da ONU, UNRWA e organizzazioni internazionali da distribuire in centinaia di punti al posto della controversa Gaza Humanitarian Foundation; l'apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni per l'uscita dei cittadini di Gaza e l'ingresso degli aiuti dal lato egiziano.

E, ancora, la partenza di oltre 20'000 malati e feriti dall'enclave verso l'Egitto e altri paesi nonché dettagli sul ritiro dell'IDF in vista dell'uscita completa dalla Striscia, compreso l'asse Filadelfia.

Infine, Hamas chiede garanzie che non si torni a combattere «in nessuna forma finché i colloqui continueranno», sostenendo al contempo negoziati indiretti in modo da portare a un «cessate il fuoco permanente e completo».

Aiuti umanitari, un punto divergente

I punti di forte contrasto con Israele riguardano soprattutto la gestione degli aiuti umanitari che secondo Gerusalemme (e Washington) hanno consentito per quasi due decenni a Hamas di lucrarci.

Poi, l'uscita di Tsahal, l'esercito, dalla Striscia. Israele intende mantenere le truppe nel corridoio Filadelfia, al confine con l'Egitto, e nelle zone cuscinetto ampliate durante la guerra. Ma, soprattutto vuole il disarmo completo di Hamas, affinché Gaza smetta di rappresentare una minaccia.

Netanyahu: «Pace ben oltre l'immaginario»

Trovare dei punti d'incontro non sarà semplice. Ma entrambe le parti comprendono che questa è l'ultima occasione buona per uscire dal pantano della guerra e riportare a casa gli ultimi 20 rapiti ancora vivi.

Prima di imbarcarsi sul volo per Washington, Netanyahu ha dichiarato che ora Israele ha l'opportunità «di espandere il cerchio della pace ben oltre quanto si sarebbe potuto immaginare».

A Gaza si continua a morire

Non si fermano però i raid nella Striscia: fonti mediche di Gaza riportano che solo nelle ultime 24 ore gli ospedali hanno ricevuto 80 morti e 304 feriti, precisando che diverse vittime rimangono sotto le macerie, con i soccorsi bloccati per l'intensità dei bombardamenti.

Gli attacchi si sono intensificati, riferisce la Wafa, soprattutto sulla città di Deir al-Balah.