Medio OrienteSecondo l'Unrwa, un milione di persone fuggite da Rafah in tre settimane
SDA
28.5.2024 - 12:38
Circa un milione di persone è fuggito da Rafah nelle ultime tre settimane: lo ha affermato l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), come riporta Sky News.
Keystone-SDA
28.05.2024, 12:38
28.05.2024, 12:59
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L'Unrwa ha affermato che non hanno «un posto sicuro dove andare in mezzo ai bombardamenti» e stanno viaggiando in mezzo a «mancanza di cibo e acqua, cumuli di rifiuti e condizioni di vita inadeguate».
Intanto secondo il capo della Mezzaluna Rossa del Nord Sinai, Khaled Saied., 200 camion di aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza si stanno muovendo verso il valico di Kerem Salem, nell'ambito di un'intesa tra Israele e Hamas per far entrare ogni giorno la stessa quantità di mezzi, almeno fino a quando non sarà possibile riaprire il valico di Rafah.
L'esercito israeliano sta intanto continuando ad operare nei due punti principali di combattimento della Striscia: a Rafah, nel sud di Gaza, e a Jabalyia, nel nord dell'enclave palestinese.
Secondo i media palestinesi, citati da Al-Jazeera, sette persone sono state uccise in un raid israeliano contro una tenda per sfollati nel nord-ovest di Rafah. Gli attacchi si sono concentrati nella zona di Tal al-Sultan, la stessa dove si trova il campo profughi colpito domenica.
Per quanto riguarda la strage di due giorni fa, l'emittente tv americana Abc – ripresa da «Haaretz» – ha riferito che l'amministrazione Biden sarebbe stata informata da Israele sulla possibilità che una scheggia abbia dato fuoco ad un serbatoio di benzina a 100 metri di distanza da una tenda di sfollati provocando così l'incendio in cui sono state uccise almeno 45 persone a Rafah.
Oggi alle 15.30 locali, le 21.30 in Svizzera, su richiesta dell'Algeria si terrà una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla situazione a Rafah.
Mentre secondo l'emittente tv israeliana Kan, il leader dell'opposizione Yair Lapid vedrà Avigdor Liberman – presidente di «Israel Beitenu» – e Gideon Saar – capo di «Nuova speranza» – per discutere la formazione di «un governo alternativo» a quello del premier Benyamin Netanyahu. Intanto anche oggi si registrano nuove proteste nel paese con manifestazioni per nuove elezioni subito.