Gran BretagnaDebacle dei conservatori alle amministrative, Downing Street nel mirino del Labour
SDA
3.5.2024 - 21:40
Un'ennesima debacle elettorale con pochissimi premi di consolazione per i conservatori di Rishi Sunak; un successo con qualche ombra, ma più che sufficiente a mettere nel mirino il ritorno a Downing Street dopo 14 anni di digiuno per il Labour di sir Keir Starmer.
Keystone-SDA
03.05.2024, 21:40
03.05.2024, 21:41
SDA
È il senso dei risultati di queste ore della tornata di elezioni amministrative svoltasi in Inghilterra e Galles, ultima prova generale prima delle politiche in calendario entro quest'anno: risultati che rafforzano la prospettiva di un cambio della guardia inevitabile, quasi di default, alla guida del Regno Unito; e che incoraggiano Starmer a invocare un voto nazionale anticipato il prima possibile.
A spoglio ormai consolidato, la formazione di governo – al potere nel Paese dal 2010, fra turbolenze, crisi, contraccolpi della Brexit, scandali e cambi di leader – è incamminata a perdere circa 400 dei seggi locali dei quasi mille conquistati nel 2021 sotto le luci del successo d'immagine sventolato dall'allora premier Boris Johnson nella campagna vaccinale anti-Covid: il peggior arretramento da una quarantina d'anni.
Mentre i laburisti del neomoderato Starmer, che si levano pure il gusto dello sberleffo di far eleggere un consigliere comunale di nome Karl Marx, ne guadagnano oltre 200. E parallelamente migliorano i centristi LibDem, i Verdi, nonché i populisti ultra-brexiteer di Reform UK, capaci di contendere qua e là addirittura la posizione di prima forza di destra alla parrocchia Tory.
Conservatori in grado di mantenere le due poltrone dei sindaci
Nelle corse per i sindaci delle 11 aree metropolitane in ballo – il cui scrutinio in parte si concluderà domani – i conservatori appaiono invece in grado se non altro di mantenere le due poltrone che difendevano, quelle di Tees Valley e West Midlands, con Ben Houchen e Andy Street, mentre le altre 9 sono destinate al Labour: incluse, fra le più importanti, la conferma di Sadiq Khan, figlio d'immigrati pachistani, come primo cittadino della Grande Londra, e quella nella Grande Manchester di Andy Burnham, più popolare nella base militante dello stesso Starmer (e un po' più a sinistra di lui).
Senza dimenticare il successo laburista nella neonata amministrazione di York e North Yorkshire, ossia in casa di Rishi Sunak. Il maggior partito d'opposizione a Westminster stravince inoltre il solo seggio parlamentare alla Camera dei Comuni in palio, nella suppletiva del collegio di Blackpool South, nel nord dell'Inghilterra, territorio simbolo di quello che fu il 'muro rosso': espugnato da BoJo a fine 2019 e riconquistato adesso con uno «swing» di ben il 26% dei voti dal candidato Chris Webb.
Starmer: «Un risultato sismico»
Proprio a Blackpool si è precipitato Starmer per cantare vittoria con Webb ed esaltare «un risultato sismico». Risultato che nelle sue parole significa avviso di sfratto per Sunak: «Non si tratta – ha proclamato – di un mormorio, ma di un urlo che da Blackpool riecheggia in tutto il Paese. Ne abbiamo abbastanza di voi Tories, di 14 anni di fallimenti e declino, vogliamo voltar pagina e aprirne una nuova con il Labour».
Di qui l'intimazione a Sunak di «dare strada», di prendere atto che «è finita», di convocare «le elezioni generali» entro l'estate. Senza trascinare l'attesa a ridosso d'una scadenza naturale di legislatura distante del resto appena 6 mesi.
Ultimatum respinto, almeno per il momento, dal premier, che dalla Tees Valley, dove i conservatori hanno tenuto, definisce «deludente» – con un eufemismo – la perdita di tanti consiglieri locali. Ma insiste di poter ancora ritrovare la fiducia dell'elettorato alle politiche malgrado lo scarto fino a 20 punti dei sondaggi.
E ribadisce in ogni modo di voler prima completare il programma su temi-bandiera quali il taglio delle tasse o il piano Ruanda «contro l'immigrazione illegale». Mentre prova a consolarsi con i richiami ai territori in cui i laburisti «non hanno sfondato»; e a quelli laddove le divisioni a sinistra, o la presenza di elettori di radici musulmane, hanno penalizzato il partito di sir Keir, preso di mira per la linea esitante sulle richieste di cessate il fuoco israeliano nella Striscia di Gaza palestinese.
Punti deboli che comunque non sembrano poter fermare la rincorsa del Labour verso number 10, cifre alla mano; né soprattutto salvare i Tories da un logoramento sempre più evidente. In un clima nel quale la leadership di Sunak appare ogni giorno più debole anche all'interno del suo partito: e se non verrà messa in causa prima del voto politico sarà solo per rassegnazione.