ImmigrazioneIl Governo britannico liquida la controversa nave alloggio per profughi
SDA
23.7.2024 - 18:25
Il nuovo governo laburista britannico ha annunciato l'intenzione di abbandonare, a scadenza di contratto, l'utilizzo nella sua strategia di controllo dell'immigrazione illegale della nave alveare Bibby Stockholm.
Keystone-SDA
23.07.2024, 18:25
23.07.2024, 18:49
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Era stata acquisita dai precedenti esecutivi conservatori per tenere sotto sorveglianza fino a 500 profughi soggetti a potenziali provvedimenti di espulsione.
La chiatta, ancorata al largo del Dorset, nel sud dell'Inghilterra, è tuttora in parte occupata da migranti, malgrado le proteste di residenti locali e di organizzazioni umanitarie che l'hanno equiparata a una «prigione galleggiante». E malgrado le denunce di problemi igienico-sanitari (seguite a un iniziale ritrovamento a bordo di tracce di batteri della legionella), nonché la morte di un recluso, nel dicembre scorso, indicata da alcuni attivisti come un suicidio.
«Il contratto (riguardante Bibby Stockholm) non sarà rinnovato», ha reso noto Angela Eagle, responsabile della sicurezza dei confini nel gabinetto di Keir Starmer, in una nota consegnata al parlamento dopo la tradizionale riunione del consiglio dei ministri del martedì, contestando i calcoli dei precedenti governi conservatori stando ai quali la nave-alloggio avrebbe potuto alleggerire le casse pubbliche da una parte delle pesanti spese di mantenimento in hotel e pensioni di richiedenti asilo o migranti «clandestini» impegnati in ricorsi legali.
La decisione fa parte di un pacchetto più vasto di misure che, secondo il nuovo esecutivo, dovrebbe consentire di risparmiare a regime, «entro dieci anni», 7,7 miliardi di sterline (8,8 miliardi di franchi) e che comprende anche la revoca già ufficializzata del cosiddetto piano Ruanda.
«Noi siamo determinati a rimettere ordine nel sistema d'asilo, affinché esso funzioni in maniera rapida, ferma ed equa, attraverso regole che siano imposte effettivamente nella realtà», ha scritto Eagle, confermando comunque l'impegno a una linea di rigore su quei rimpatri che Starmer ha promesso di voler attuare concretamente, senza iniziative-manifesto o «messinscene».