Gran Bretagna Smentite le dimissioni di altri due membri del Governo, ma Truss perde alleati

SDA

20.10.2022 - 08:31

La Bbc ha infatti smentito la defezione della ministra-capogruppo (chief whip), Wendy Morton (foto d'archivo)
La Bbc ha infatti smentito la defezione della ministra-capogruppo (chief whip), Wendy Morton (foto d'archivo)
Keystone

Sono rientrati nella notte gli annunci delle dimissioni di altri due membri del governo Tory britannico della traballante Liz Truss, già azzoppato dall'uscita di scena nell'ultima settimana di due ministri di punta.

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La Bbc ha infatti smentito la defezione della ministra-capogruppo (chief whip), Wendy Morton, una strettissima alleata della premier incaricata nelle sole sei settimane di vita della sua compagine di garantire la disciplina di partito alla Camera dei Comuni e quella del vicecapogruppo Craig Whittaker: defezioni anticipate invece nelle ore precedenti da vari media.

A ingenerare l'ennesima turbolenza era stato un caotico voto ai Comuni su una mozione dell'opposizione laburista (alla fine respinta) contro la decisione del governo di revocare la moratoria sul fracking: tecnica di fratturazione geologica per l'estrazione dello shale gas contestata da ambientalisti e comunità locali. Un voto segnato dal nervosismo della maggioranza e addirittura da denunce di pressioni e spintoni su alcuni deputati dissenzienti.

Il ridimensionamento di questa vicenda non alleggerisce peraltro più di tanto la posizione di Truss. Che resta nel mirino di media e opposizioni, ma anche di una fronda interna al Partito Conservatore estesa ormai sottotraccia ben oltre la mezza dozzina di deputati venuti fin qui allo scoperto contro di lei. Fronda a cui dalle colonne del Telegraph di stamattina si unisce anche lord David Frost, già negoziatore e influente ministro della Brexit sotto la premiership di Boris Johnson, il quale solo un mese fa aveva sostenuto 'Liz' per il dopo-Boris Johnson. E che adesso le intima di farsi da parte per aver «gestito caoticamente» l'economia nelle poche settimane a Downing Street; rinnegato le iniziali promesse fiscali iperliberiste; e ripiegato in ultimo su una svolta di rinnovata austerity affidato «senza alcun mandato» al neocancelliere Hunt «in violazione anche del manifesto elettorale Tory» legittimato dal voto popolare del 2019.