Politiche economiche Brexit, torna lo spettro di un mancato accordo con l'Unione Europea

ATS

6.12.2018 - 20:33

Lo spettro un traumatico divorzio dall'UE senza accordo, è l'ultima arma in mano a Theresa May per cercare di risalire la corrente in vista del voto di ratifica ai Comuni, l'11 dicembre, dell'intesa sulla Brexit raggiunta con Bruxelles.

Uno spettro agitato dai ministri rimasti fedeli alla premier nel governo Tory, che numeri alla mano appare tuttora ad altissimo rischio d'impallinamento martedì. Ma anche da avversari come il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan: convinto che l'epilogo più temuto possa verificarsi alla fine per inerzia di fronte a uno stallo innescato dall'eventuale bocciatura parlamentare.

La May per ora mostra di non pensarci nemmeno a fare passi indietro o aprire a "piani B". La sua strategia in queste ore è concentrata a rincorrere "i colleghi" deputati ribelli del Partito Conservatore e gli alleati in libera uscita della pattuglia unionista nordirlandese del Dup, non pochi dei quali ricevuti singolarmente al numero 10 di Downing Street.

In cosa consiste la proposta di May

Sul piano politico, l'offerta è quella di concedere "un ruolo" al parlamento britannico sull'ipotetica attivazione futura del contestatissimo backstop, il meccanismo imposto dall'UE a garanzia del confine aperto fra Irlanda e Irlanda del Nord: un'ultima parola rispetto alla decisioni che il governo potrebbe dover fronteggiare in materia, ma di sicuro non rispetto ai voleri di Bruxelles.

Dalla capitale belga, in ogni modo, Michel Barnier, cerca di dare una mano. Ribadendo anche lui che l'accordo di divorzio siglato con May è "l'unico e il migliore possibile", non senza rassicurare che il backstop è un mero strumento di salvaguardia, che "non dovrà entrare necessariamente in vigore" e, anzi, sarà archiviato se le parti si concentreranno nei prossimi due anni di transizione a chiudere la successiva intesa tombale sulle relazioni future. Parole concilianti, ma certo non risolutive per la partita della ratifica a Londra.

Verso il voto

La premier britannica si conferma decisa ad andare alla conta l'11 dicembre nonostante resti al momento a corto di voti. Nella terza giornata di dibattito ai Comuni, sugli aspetti economici dell'accordo, il titolare del Tesoro, Philip Hammond, ha avvertito che l'idea di poter negoziare un testo migliore "è semplicemente un'illusione".

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