GermaniaMerz vola a cena da Macron, l'Spd si riorganizza, in 320'000 chiedono a Habeck di rimanere
SDA
26.2.2025 - 22:07
Friedrich Merz, tre giorni dopo le elezioni, va a cena da Macron, con l'intenzione di rilanciare l'asse franco-tedesco.
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A tre giorni dalle elezioni, Friedrich Merz vola a Parigi, a cena all'Eliseo. Una visita lampo, in cui Emmanuel Macron ha riferito dell'incontro con Donald Trump a Washington e che ha avuto come nodo centrale la guerra (e la pace) in Ucraina.
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26.02.2025, 22:07
27.02.2025, 08:34
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Olaf Scholz, ancora in carica, viene di fatto scavalcato, nonostante la Cancelleria rimarchi anche in questi giorni che la Germania ha un governo «pienamente in funzione». E che il passaggio di consegne sarà «ordinato».
«Non facciamo stage al Governo», si è spinto a rispondere il portavoce a chi chiedeva se Merz accompagnerà Scholz al prossimo vertice a Bruxelles.
Gli eventi su scala globale impongono però, con tutta evidenza, un altro passo. «Il mondo non aspetta», ha più volte ripetuto il futuro cancelliere della Cdu, e neanche lui, che ha indicato Pasqua come scadenza per la formazione del Governo, ha intenzione di attendere.
Con inedita disinvoltura, il leader conservatore, a un passo dalla guida del Paese, si muove da solo. E trova terreno fertile per il rilancio dell'asse franco-tedesco, negli anni scorsi un po' trascurato. Anche perché con il presidente francese i contatti sono da tempo costanti.
Lars Klingbeil alla guida dei socialdemocratici
Intanto i socialdemocratici hanno avviato il ricambio generazionale con l'elezione di Lars Klingbeil, 47 anni, alla guida del gruppo parlamentare. «È lui adesso il politico più importante della Germania», ha sentenziato Bild, con fare adulatorio.
Rievocando addirittura il modello di Helmut Schmidt, il tabloid ha scritto che proprio dal presidente dell'Spd, più che dal futuro Kanzler, dipenderà a questo punto la velocità delle svolte decisive su migrazione ed economia.
Klingbeil però ha le sue grane. È stato eletto con l'85,6% dei voti: un risultato molto più basso del 97,7% ottenuto l'ultima volta da Rolph Muetzenich, che lascia a 65 anni dopo tre mandati. Sui voti mancanti, ha subito ridimensionato: «E' un risultato onesto. Si nota che la sconfitta è ancora nelle ossa, e del resto ci terrà impegnati a lungo, come partito e come gruppo parlamentare».
Del resto domenica i socialdemocratici hanno incassato una sconfitta storica, (16,4% rispetto al 25,7 del 2021). E la delusione è molto forte nel partito, che avrebbe potuto far meglio candidando Boris Pistorius.
Per Jusos, Klingbeil è «l'architetto dell'insuccesso»
Il capo dei giovani dello Jusos, Philipp Tuermer, ha attaccato la promozione di Klingbeil, definendolo «l'architetto dell'insuccesso». E c'è addirittura chi parla di «bonapartismo»: lui si «autoincorona» e la co-presidente Saskia Esken si è attaccata alla poltrona.
Il partito, come accadde due legislature fa, quando fu costretto alla Grosse Koalition con Angela Merkel, è in tensione. In Parlamento il gruppo si contrae drammaticamente, passando da 207 a 120 deputati. Ma formerà a brevissimo (entro giovedì) il team per partecipare alle prime consultazioni con i vincitori dell'Unione.
Scholz non ne farà parte, Klingbeil, che potrebbe diventare ministro degli Esteri o vicecancelliere, sì. Il tema più urgente è il fondo da 200 miliardi per la difesa, che potrebbe essere affrontato entro questa legislatura. Anche dal Governo hanno risposto che non ci sono ostacoli all'azione legislativa nelle prossime quattro settimane.
320'000 firme chiedere a Habeck di non lasciare
Intanto non solo i partiti destinati al governo stanno elaborando il trauma del voto, che ha visto Afd affermarsi al secondo posto con il 20,4%.
Con una lettera aperta online inviata a Robert Habeck, 320'000 persone hanno firmato la richiesta che non si faccia da parte e continui ad assumere «responsabilità e leadership» nei Verdi.
Il vicecancelliere ha infatti dichiarato che non aspirerà in futuro a ruoli di guida nel partito, che ha ottenuto l'11,6% (dal 14,7).
Liberali, fuori dal Bundestag e senza il leader
Lo shock è ancora più forte fra i Liberali, che hanno mancato l'ingresso al Bundestag e perso il loro leader, Christian Lindner. È stato il numero due Wolfgang Kubicki a confessare: «Stanotte mi sono svegliato e ho pensato: 'Dio mio! Adesso devi guidare da solo l'auto' «.