Governo Johnson a pezziDue ministri britannici danno le dimissioni
SDA
5.7.2022 - 19:58
Il governo di Boris Johnson va in crisi travolto dallo scandalo Pincher. Dopo il ministro della Sanità, Sajid Javid, si è dimesso pure il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, numero due di fatto della compagine Tory e responsabile della politica economica.
Keystone-SDA
05.07.2022, 19:58
05.07.2022, 20:45
SDA
Il governo di Boris Johnson è in bilico dopo le accuse rivolte al premier di aver mentito sul passato di Chris Pincher, un suo fedelissimo costretto a dimettersi da deputy chief whip (incarico cruciale di sorvegliare la disciplina del gruppo di maggioranza alla Camera dei Comuni) la settimana scorsa per aver palpeggiato in un gentlemen club frequentato da Tory due uomini, fra cui un collega deputato.
Le scuse di Johnson
Il premier britannico si è scusato per non aver silurato già due anni fa l'ex viceministro Chris Pincher.
Johnson ha riconosciuto come «un errore» la permanenza di Pincher nella compagine Tory dopo le accuse su un episodio simile precedente, di cui egli stesso ha riconosciuto, martedì, di essere stato informato a fine 2019; e ha assicurato di non voler dare spazio ad alcun sospetto «predatore sessuale» nell'esecutivo.
Le sue scuse rischiano di essere tuttavia tardive, tenuto conto che hanno preceduto di poco l'annuncio dell'abbandono del governo per protesta contro la sua leadership da parte di due pezzi da 90: il cancelliere dello Scacchiere e titolare del Tesoro, Rishi Sunak, e il ministro della Sanità, Sajid Javid. Quest'ultimo ha affermato di non poter «più servire in buona coscienza in questo governo».
Sunak ha pubblicato la lettera per il Primo ministro su twitter, scrivendo: «Il pubblico, giustamente, si aspetta che si governi correttamente, in maniera completa e seria. Riconosco che questo potrebbe essere il mio ultimo lavoro come ministro, ma credo che valga la pena lottare per questi standard, questo è il motivo per cui mi dimetto».
The public rightly expect government to be conducted properly, competently and seriously.
I recognise this may be my last ministerial job, but I believe these standards are worth fighting for and that is why I am resigning.