In Cina I vertici del Partito comunista cinese pianificò una pulizia etnica degli uiguri in Cina

SDA

30.11.2021 - 20:51

In nome della stabilità interna finalizzata agli obiettivi economico-strategici della Cina, i massimi livelli del Partito comunista cinese, Xi Jinping in testa, hanno deciso a tavolino una pulizia etnica contro i musulmani uiguri.
In nome della stabilità interna finalizzata agli obiettivi economico-strategici della Cina, i massimi livelli del Partito comunista cinese, Xi Jinping in testa, hanno deciso a tavolino una pulizia etnica contro i musulmani uiguri.
Keystone

In nome della stabilità interna finalizzata agli obiettivi economico-strategici della Cina, i massimi livelli del Partito comunista cinese, Xi Jinping in testa, hanno deciso a tavolino una pulizia etnica contro i musulmani uiguri.

30.11.2021 - 20:51

È questo in sintesi il backstage della repressione dei musulmani uiguri nello Xinjiang, sempre negata da Pechino, secondo una serie di documenti riservati fatti filtrare da una sconosciuta gola profonda all'Uyghur Tribunal, organizzazione con sede nel Regno Unito che si definisce «tribunale indipendente del popolo», e diffusi dal Guardian.

Un atto d'accusa pesante che difficilmente avrà ripercussioni serie sulla proiezione internazionale della seconda potenza economica del pianeta prossima a diventare la prima, ma che è certamente un elemento di disturbo nell'immagine della Repubblica Popolare presso i suoi interlocutori occidentali, sempre formalmente imbarazzati dalle violazioni sul fronte dei diritti umani.

Le 300 pagine di documenti, che comprendono anche tre discorsi del presidente cinese dell'aprile 2014, e arrivano fino al maggio 2018, riguardano la sicurezza, il controllo della popolazione e la necessità di reprimere la popolazione uigura. In essi, molti dei quali classificati top secret, i più alti livelli del Partito comunista cinese (Pcc) chiedono tra l'altro la rieducazione e il trasferimento degli uiguri per correggere lo squilibrio tra la popolazione uigura e quella han nello Xinjiang. Alla fine del 2016, prima di una massiccia campagna contro la minoranza musulmana, le 'istruzioni' sono state consegnate ai quadri dello Xinjiang, sottoposti a sessioni di studio settimanali.

Una strategia pianificata, secondo l'accademico tedesco Adrian Zenz a cui l'Uyghur Tribunal ha chiesto di confermare l'autenticità del materiale, perché i documenti mostrano una correlazione diretta tra le richieste della leadership cinese e l'internamento di massa degli uiguri nei campi di rieducazione, la repressione feroce di ogni tentativo di resistenza fatto passare per terrorismo, i trasferimenti coercitivi di manodopera e la politica di controllo delle nascite mirata a sostituire la minoranza han a quella uigura che – secondo uno studio del professor Zenz – nei prossimi vent'anni potrebbe ridurre da 4,4 a 2,6 milioni le nascite di uiguri, riducendo questa popolazione di un terzo. Un genocidio culturale, secondo Zenz, mirato a salvaguardare il dominio del Pcc.

La relazione tra la questione uigura e le mire egemoniche di Pechino sulla scena internazionale è confermata, secondo i documenti, da un discorso di Xi Jinping nel quale il presidente sostiene che la Nuova Via della Seta, elemento di punta della sua politica estera, ha bisogno di stabilità e sicurezza interne. E chiede quindi alla regione di fare di tutto per «impedire che le violente attività terroristiche dello Xinjiang si diffondano nel resto della Cina», perché «la stabilità nello Xinjiang e persino in tutto il Paese dipende dallo Xinjiang meridionale».

Un quadro inquietante e tentacolare. E' di oggi la notizia dello sbarco in Cina per i Giochi di Pechino 2022 di Airbnb, sponsor Usa delle Olimpiadi invernali, che ha messo a disposizione anche alloggi nello Xinjiang, e per questo rischia di subire pesanti sanzioni dall'amministrazione Biden.

La società cinese degli alloggi approdati su Airbnb, infatti, è la Xinjiang Production and Construction Corps (Xpcc), grande organizzazione paramilitare che ha il controllo di gran parte della regione, gestisce anche alcuni campi di detenzione della regione ed è accusata di complicità nel genocidio della minoranza uigura.

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