Crisi Ucraina Esercitazione strategica, Putin testa i missili

SDA

19.2.2022 - 20:29

Il presidente russo Vladimir Putin (a destra) e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko guardano esercitazioni militari in videoconferenza a Mosca.
Il presidente russo Vladimir Putin (a destra) e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko guardano esercitazioni militari in videoconferenza a Mosca.
Keystone

Dal Mare di Barents alle coste del Caspio, dal Mar Nero alla penisola della Kamchatka, nell'Estremo Oriente: al culmine delle tensioni con l'Occidente, da ogni angolo dell'immenso territorio russo si è levata una selva di missili, compresi gli ipersonici Tsirkon.

19.2.2022 - 20:29

Si è trattato di un'esercitazione strategica supervisionata direttamente da Vladimir Putin, con al fianco il fedelissimo presidente bielorusso Viktor Lukashenko.

Il tutto mentre nel Donbass ucraino i separatisti filo-russi chiamano alle armi. Il barometro della crisi punta decisamente verso la guerra, almeno quella annunciata, dagli Stati Uniti in particolare, che danno praticamente per scontata un'invasione dell'Ucraina entro i prossimi giorni.

Truppe russe pronte a colpire

Le truppe russe al confine «sono pronte a colpire», avverte il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, ribadendo l'allarme lanciato dal presidente Joe Biden nella conferenza telefonica con gli altri leader occidentali nella serata di venerdì.

La Germania, che detiene la presidenza del G7, invoca invece cautela, con la ministra degli Esteri Annalena Baerbock che invita a «non cercare di indovinare» le decisioni della Russia e a «guardare più da vicino» alla situazione sul terreno.

Ma ciò non impedisce a Berlino, così come Parigi, di invitare i propri cittadini a lasciare con urgenza l'Ucraina, mentre la Lufthansa e la controllata Swissair annunciano la sospensione dei collegamenti aerei con Kiev a partire da lunedì.

Mobilitazione nel Donbass

Le previsioni più pessimistiche sembrano trovare conforto nel rapido deterioramento della situazione nel Donbass, dove i capi delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk hanno dichiarato la mobilitazione generale e continuano ad evacuare migliaia di residenti verso la confinante regione russa di Rostov.

Praticamente uno stato di guerra, con i membri della riserva invitati a presentarsi per prendere servizio effettivo nelle milizie filo-russe, impegnate in questi giorni in scambi di artiglieria e mortai con le forze regolari ucraine.

Nel pieno del braccio di ferro tra la Russia da un lato e Nato e Stati Uniti dall'altro, si teme che anche il minimo incidente possa trasformarsi nella scintilla capace di innescare un conflitto su larga scala.

Le forze ucraine e quelle separatiste continuano ad accusarsi per le violazioni al cessate il fuoco. Kiev afferma che due suoi soldati sono stati uccisi e quattro sono rimasti feriti per i bombardamenti della parte avversa.

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, in una telefonata con quello francese Jean-Yves Le Drian, accusa invece Kiev di mettere in atto «provocazioni armate».

Intanto colpi di mortaio sono esplosi nei pressi dell'area dove si trovava il ministro dell'Interno ucraino Denis Monastyrsky, in visita al fronte. L'attacco, che non ha provocato feriti, è avvenuto vicino al villaggio di Novo Lugansk.

Le bombe non fermano la diplomazia.

Putin ha in programma domenica una nuova conversazione telefonica con il presidente francese Emmanuel Macron, mentre quello ucraino Volodymyr Zelensky, a Monaco per la Conferenza sulla sicurezza, torna a chiedere un incontro con il capo del Cremlino.

L'ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, ha anche manifestato gratitudine per gli sforzi profusi dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi per cercare di organizzare il vertice.

In una riunione svoltasi a margine della Conferenza di Monaco, il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio – che avuto un nuovo incontro con il collega Usa Antony Blinken – ha informato i suoi colleghi del G7 sui colloqui avuti con Lavrov e con il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, sottolineando che «entrambi hanno confermato di voler trovare una soluzione diplomatica».

«Questa è la strada maestra da seguire, non ci sono alternative», è tornato a ripetere il capo della Farnesina assicurando che l'Italia «darà il massimo per favorire il dialogo tra le parti». Una linea ribadita nel comunicato finale della riunione, in cui si invita la Russia a «ritirare in modo sostanziale le forze militari dai confini dell'Ucraina».

Ucraina nella Nato?

Sempre a Monaco Zelensky ha affermato che l'Ucraina è «lo scudo dell'Europa» contro le minacce russe, e ha chiesto «un calendario chiaro e realizzabile» per l'adesione del suo Paese alla Nato.

Ma tra i membri del Patto atlantico – come lo stesso presidente ucraino ha amaramente riconosciuto nei giorni scorsi – non tutti sono d'accordo. L'ingresso dell'Ucraina nella Nato «non è in agenda e non lo sarà», ha ribadito il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

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