Gran Bretagna Il terrorismo islamico dietro la morte del deputato Tory

SDA

17.10.2021 - 08:38

Fiori depositati davanti alla chiesa in cui vi è stata l'aggressione
Fiori depositati davanti alla chiesa in cui vi è stata l'aggressione
Keystone

Terrorismo fai-da-te di matrice jihadista. È la pista seguita ormai ufficialmente dagli investigatori britannici dietro la brutale uccisione di sir David Amess: deputato Tory accoltellato a morte da un 25enne cittadino del Regno Unito d'origini somale.

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L'attacco ha gettato nello sconcerto un intero Paese. E ha lasciato sotto shock la comunità di Leigh-on-Sea, tranquilla cittadina di 22.000 abitanti adagiata a nord dell'estuario del Tamigi, di fronte alle coste del Belgio e a non più di un'ora di treno da Londra, che nel 2018 era stata indicata dal portale immobiliare Rightmove come località ideale di residenza nel sud dell'Inghilterra.

Conservatori e laburisti compatti

La risposta della democrazia britannica si è mostrata comunque compatta e unitaria, nella condanna della violenza come nell'omaggio al 69enne parlamentare ucciso: simboleggiata dalla visita congiunta compiuta oggi, domenica, dal premier Boris Johnson e dal leader dell'opposizione laburista Keir Starmer sul luogo dell'agguato, fianco a fianco nella deposizione silenziosa di due mazzi di fiori bianchi.

Alle loro spalle, la ministra dell'Interno Tory, Priti Patel, e il presidente laburista della Camera dei Comuni, Lindsay Hoyle.

Un gesto identico a quello fatto nel 2016 dagli allora primo ministro conservatore e numero uno del Labour, David Cameron e Jeremy Corbyn, quando a cadere sotto i colpi di un terrorista – in quel caso un estremista di destra – fu nello Yorkshire una deputata d'opposizione, Jo Cox, assassinata nel pieno della lacerante campagna referendaria sulla Brexit.

Indagini nelle mani di Scotland Yard

Intanto l'indagine sulla morte di Amess è passata sotto il controllo dell'antiterrorismo nazionale di Scotland Yard, in collaborazione con i detective locali della Essex Police.

Ed è stato proprio un comunicato di Scotland Yard a rompere il riserbo sul movente del presunto killer: «Le prime investigazioni – vi si legge – hanno rivelato una potenziale matrice legata all'estremismo islamico».

Le primi indagini hanno anche rilevato il collegamento nella scelta come bersaglio di un deputato noto fra l'altro per aver sostenuto negli anni, al Parlamento di Westminster, la causa del sostegno a gruppi dell'opposizione iraniana o del consolidamento dei legami di amicizia fra Gran Bretagna e Israele.

Per ora i dettagli sull'inchiesta sono scarni. Si sa che le ricerche si sono estese fino a Londra, dove sono state perquisite due case come confermato dal sindaco della capitale, Sadiq Khan. Mentre fa rumore il fatto che il killer risulti essere sfuggito ancora una volta, come già capitato per altri 'lupi solitari' che negli anni scorsi hanno colpito ripetutamente a Londra e altrove con armi da taglio, al radar dei sistemi di sorveglianza.

Dopo essere stato segnalato qualche anno fa alla rete di prevenzione dei sospetti casi di «radicalizzazione» denominata Prevent e aver partecipato solo brevemente a un programma di 'disintossicazione ideologica' su base volontaria, senza peraltro essere mai pescato a commettere in seguito reati né finire nella lista dei «soggetti d'interesse» identificati come potenzialmente violenti dall'MI5, i servizi d'intelligence interni di Sua Maestà.