Coronavirus In Spagna inizia la «nuova normalità»

ATS

21.6.2020 - 21:37

Un turista tedesco al suo arrivo all'aeroporto di Tenerife Sur, nelle Canarie.
Un turista tedesco al suo arrivo all'aeroporto di Tenerife Sur, nelle Canarie.
Source: Keystone/EPA EFE/RAMON DE LA ROCHA

Dopo quasi 100 giorni di confinamento e sei proroghe dello stato di allerta, allo scoccare della mezzanotte la Spagna ha revocato le restrizioni alla mobilità tra regioni e ha aperto le frontiere con l'Ue (ad esclusione del Portogallo).

Nella prima giornata post-lockdown sono stati circa un centinaio i voli provenienti dall'Ue e dallo spazio Schengen, 18 atterrati all'aeroporto Adolfo Suárez Madrid-Barajas della capitale.

Si tratta di fatto di un anticipo sulla tabella di marcia, annunciato solo nei giorni scorsi dal presidente del governo Pedro Sanchez che in un primo momento aveva preferito la prudenza estrema rinunciando ad accompagnare alcuni dei partner europei nella riapertura del 15 giugno, mentre la data più frequentemente indicata era il 1. luglio.

Scadenza quest'ultima che resta invece per la completa riapertura, quando verrà ripristinata la libera circolazione anche con il confinante Portogallo, rinviata su richiesta dello stesso governo di Lisbona.

Il nodo sul Regno Unito si è sciolto solo nelle ultime ore e, dopo una serie di contatti bilaterali, Madrid ha deciso di riaprire anche a Londra: «lo facciamo per rispetto dei 400'000 britannici che hanno una seconda casa in Spagna e non vedono l'ora di beneficiarne», ha spiegato la ministra degli esteri Arancha Gonzalez Laya, auspicando che il gesto possa essere reciproco.

La Spagna vuole ripartire dal turismo, una voce che conta per il 12% del Pil spagnolo. Tutto in sicurezza naturalmente, quindi lungo la costa ci si attrezza con droni, sensori, videocamere e app per gli smartphone per garantire il rispetto del protocollo di distanziamento e igiene.

In generale le regole non sono troppo diverse che altrove, con la distanza di sicurezza nei luoghi pubblici fissata ad un metro e mezzo, l'uso delle mascherine quando ciò non è possibile e l'igiene regolare delle mani.

Amministrativamente l'ingresso nella fase di «nuova normalità» per la Spagna vuol dire anche che saranno d'ora in poi i governi regionali a decidere sulle misure di contrasto alla pandemia per il proprio territorio, segnando così anche una nuova fase politica dopo i quasi tre mesi di gestione iper-centralizzata in cui non sono mancate la tensioni fra governo e opposizione, con il socialista Sanchez che ha dovuto fare i conti con i limiti della risicatissima maggioranza che regge il suo governo, fra accordi e compromessi.

«Il virus può tornare e può di nuovo scuoterci con una seconda ondata. Dobbiamo evitarlo a tutti i costi. Dobbiamo essere preparati», ha però avvertito il premier alla vigilia della riapertura. Intanto nelle ultime 24 ore nel paese si registra un unico decesso in seguito al Covid-19. I nuovi contagi sono 141.

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