Iran Attaccate basi statunitensi in Iraq, Khamenei: «abbiamo dato uno schiaffo agli USA»

ATS / pab

8.1.2020 - 10:26

La Guida suprema iraniana Ali Khamenei minaccia ancora gli Stati Uniti
La Guida suprema iraniana Ali Khamenei minaccia ancora gli Stati Uniti
Source: KEYSTONE/AP/NN

Almeno 80 morti. Sarebbe questo un primo bilancio dell'attacco missilistico dell'Iran contro due basi irachene dove erano ospitati militari statunitensi. Il bilancio però finora non ha trovato nessuna conferma.

La televisione di Stato iraniana cita fonti ben informate della Guardia Rivoluzionaria secondo le quali circa 80 persone sono state uccise, ed altre 200 sono rimaste ferite, in seguito al raid.

«Grandi perdite sono state inflitte a numerosi droni, elicotteri e equipaggiamento militare nella base» di al-Asad. Secondo la Guardia Rivoluzionaria almeno 15 missili hanno colpito basi statunitensi, e nessuno è stato intercettato dall'esercito a stelle e strisce.

«Circa 104 obiettivi degli Stati Uniti e dei suoi alleati locali sono sotto osservazione da parte dell'Iran, e se commetteranno un errore, siamo pronti ad attaccarli», spiega una fonte della Guardia Rivoluzionaria alla tv di Stato.

Uno schiaffo agli Stati Uniti

L'Iran «ha dato uno schiaffo gli Stati Uniti con l'attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Stati Uniti dovrebbe finire». Lo ha detto il leader supremo iraniano, Ali Khamenei, in un messaggio in tv.

«Gli americani per la loro presenza nella regione e in qualsiasi altra parte del mondo hanno causato solo guerre, differenze, distruzioni», ha aggiunto la Guida Suprema iraniana.

Nel discorso tv alla nazione ha poi sottolineato che «poiché sedersi ai tavoli delle trattative e tenere discorsi apre solo la strada all'interferenza e alla presenza dei nemici, i colloqui dovrebbero fermarsi».

Bilancio non confermato

Il Dipartimento della difesa statunitense si è limitato a confermare l'avvenuto attacco e che i soldati di stanza nella regione erano in stato di allerta in previsione di possibili attacchi.

Il presidente Donald Trump ha twittato un «tutto bene» ed è stato immediatamente raggiunto dal segretario di Stato Mike Pompeo e da quello alla difesa Mark Esper.

La Casa Bianca sta valutando una reazione, mentre la FAA, l'ente per la sicurezza aerea, ha già indicato a tutti gli apparecchi civili statunitensi di evitare i cieli iraniani, iracheni e del Golfo Persico.

Danimarca e Norvegia, che hanno uomini ad Ain al Assad, hanno già comunicato che nel loro contingente non si contano vittime. Lo stesso vale per l'esercito iracheno, secondo un portavoce, per il quale i missili lanciati sono stati 22, 17 sulla Ain al Assad e 5 su Erbil.

Le rispote dell'Iran saranno «proporzionate»

L'Iran ha compiuto la sua «dura vendetta e le prossime risposte saranno proporzionate a quello che faranno» gli Stati Uniti. Lo ha detto il ministro della Difesa iraniano Amir Hatami parlando con i media a Teheran.

«Trump ha trasformato l'amministrazione statunitense in un governo terroristico», ha accusato Hatami, confermando che l'obiettivo finale di Teheran resta "l'espulsione" delle truppe americane dalla regione.

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