Iraq Mandato arresto per i promotori iracheni della pace con Israele

SDA

27.9.2021 - 13:06

Le autorità giudiziarie irachene hanno emesso nelle ultime ore tre mandati di arresto nei confronti di altrettante personalità politiche e istituzionali irachene accusate di aver promosso appelli alla normalizzazione dei rapporti con Israele.
Le autorità giudiziarie irachene hanno emesso nelle ultime ore tre mandati di arresto nei confronti di altrettante personalità politiche e istituzionali irachene accusate di aver promosso appelli alla normalizzazione dei rapporti con Israele.
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Le autorità giudiziarie irachene hanno emesso nelle ultime ore tre mandati di arresto nei confronti di altrettante personalità politiche e istituzionali irachene accusate di aver promosso appelli alla normalizzazione dei rapporti con Israele.

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L'Iraq è formalmente in stato di belligeranza con lo Stato ebraico sin dalla sua nascita nel 1948. Al contrario di Egitto e Giordania, che hanno formali rapporti con Israele rispettivamente dal 1979 e dal 1994, l'Iraq sotto forte influenza iraniana considera un crimine ogni tipo di tentativo di normalizzare i rapporti con Israele.

Nel fine settimana, più di 300 iracheni, di varie comunità, si erano riuniti a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, per partecipare a una conferenza organizzata dal think tank Center for Peace Communications basato a New York e che si fa promotore dell'adesione dell'Iraq agli accordi di Abramo.

Gli accordi di Abramo, promossi dagli Stati Uniti e dall'Arabia Saudita, sono stati raggiunti un anno fa tra Israele, Usa ed Emirati Arabi Uniti a cui poi si sono uniti Bahrain, Marocco e Sudan.

Le autorità irachene hanno emesso mandati di arresto nei confronti di Wisam Hardan, leader tribale iracheno che nei giorni scorsi aveva firmato per il Wall Street Journal un commento in cui invitava l'Iraq a unirsi agli accordi di Abramo e che ha partecipato come relatore alla conferenza di Erbil.

Un altro mandato di arresto è stato spiccato da Baghdad contro Sahar Tai, relatrice alla conferenza, esponente di una delle maggiori tribù irachene e funzionaria del ministero della cultura iracheno.

Un terzo mandato è stato emesso nei confronti di Mithal Alusi, altro promotore dell'adesione dell'Iraq agli accordi di Abramo ma che ha affermato di non aver partecipato alla conferenza di Erbil.

Il premier iracheno Mustafa Kazemi ha definito la conferenza «illegale» e le autorità curdo-irachene hanno pubblicamente ammesso che l'evento si è svolto senza che ne fossero a conoscenza.