Tensioni Iraq: Pompeo chiama premier Iraq e Israele

ATS

2.1.2020 - 08:15

La situazione rimane tesa dopo l'attacco all'ambasciata statunitense a Baghdad
La situazione rimane tesa dopo l'attacco all'ambasciata statunitense a Baghdad
Source: KEYSTONE/AP/NN

Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ieri ha tenuto due conversazioni telefoniche con il primo ministro dell'Iraq Adel Abdel Mahdi e il premier israeliano Benyamin Netanyahu in merito alla situazione venutasi a creare dopo l'attacco all'ambasciata Usa di Baghdad.

Il governo iracheno deve adempiere ai suoi obblighi e impedire ulteriori attacchi contro l'ambasciata statunitense a Baghdad: ha detto il capo della diplomazia statunitense a Mahdi.

Pompeo, si legge in una nota di ieri sera del dipartimento di Stato, ha condannato con forza l'assalto del 31 dicembre e ha sottolineato le misure prese dal governo iracheno per migliorare la sicurezza.

«Gli Usa – ha concluso Pompeo – vogliono un Iraq libero, indipendente e sovrano e sotto la presidenza Trump continueranno a lavorare per questo».

Il segretario di Stato americano ha poi chiamato Netanyahu, ringraziandolo per la ferma condanna dell'attacco all'ambasciata e per quello che ha definito «un impegno incrollabile nel contrasto all'influenza negativa esercitata nella regione dall'Iran».

Il 31 dicembre, centinaia di manifestanti iracheni filo-iraniani hanno preso d'assalto l'esterno dell'ambasciata americana a Baghdad, cantando «morte all'America», lanciando sassi, abbattendo telecamere di sicurezza e dando fuoco a una torretta di guardia della sede diplomatica, per protestare contro i raid Usa sulle basi dei miliziani sciiti in Iraq che domenica hanno ucciso almeno 25 combattenti delle brigate di Hezbollah.

Gli attacchi statunitensi sono stati a loro volta una risposta a un lancio di missili condotto dalle milizie sciite irachene filo-Teheran che aveva colpito venerdì scorso una base con dei militari americani a Kirkuk. Nell'attacco era rimasto ucciso un contractor statunitense ed erano stati provocati feriti tra il personale Usa e i servizi di sicurezza irachena.

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