Elezioni comunali Italia: alle comunali vince il Pd, mentre Lega e M5s scivolano

SDA

5.10.2021 - 22:36

Enrico Letta del PD
Enrico Letta del PD
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Il primo turno delle comunali 2021 in Italia fa registrare un netto vincitore, in termini di voti di lista, il Partito democratico (Pd) di Enrico Letta, e due sconfitti, Lega e Movimento 5 stelle (M5s), con Fratelli d'Italia (FdI) che si regala un balzo in avanti generalizzato e Forza Italia (Fi) che al contrario, scivola ovunque, tranne in Calabria, trascinata dal suo Roberto Occhiuto.

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È quanto emerge dai dati definitivi del Ministero dell'interno, in base ai quali sembrerebbe essersi concluso il ciclo delle politiche 2018, quando M5s (32,68%) e Lega (17,35%) superarono complessivamente il 50% dei voti.

Il vincitore, il Pd, è andato male solo a Roma dove ha portato in cascina 166'130 voti (16,38%), mentre cinque anni fa con Roberto Giachetti furono 204'637, pari al 17,19%. Parte dell'astensionismo nella capitale ha quindi colpito anche Il partito di Enrico Letta che a Roma è dietro alla Lista Calenda (219'807) e a FdI (176'698).

Diversa la musica in tutte le altre città, dove il Pd è il primo partito, anche laddove il candidato sindaco è arrivato secondo, come a Trieste. A Torino i voti per i Dem sono stati 85'890 (28,56%). A Milano i suffragi sono stati 152'200 (33,86%). Infine il laboratorio di Bologna (una coalizione che va da Italia Viva a M5s) è guidato da un Pd al 36,50%.

Anche Napoli regala il sorrido al Pd dopo tanti anni: i Dem sono il primo partito della coalizione con il 12,20% davanti alla civica di Gaetano Manfredi (9,94%) e al 9,73% di M5s. In Calabria invece il Pd registra una flessione rispetto alla regionali di gennaio 2020, passando da 118'249 voti (15,19%) a 100'437 (13,18%).

Per M5s «profondo rosso» rispetto alle politiche del 2018

Per M5s è inevitabile il paragone con il picco delle politiche 2018, rispetto al quale è «profondo rosso». L'unica città dove non va male è Roma, con il 19,09% ma Virginia Raggi è solo quarta e su una linea politica diversa da quella di Giuseppe Conte, di contrasto col Pd.

Il crollo avviene sia dove il Movimento ha corso da solo sia dove era alleato con il Pd. A Napoli si precipita dal 54,13% delle politiche al 9,73% che comunque fa respirare; il Calabria dal 43,37% al 6,48%. Anche a Torino, dove nel 2016 vinse con Chiara Appendino, oggi si ferma all'8%.

In tutto il Nord, inoltre, fa segnare cifre insignificanti: 2,73% a Milano; 3,43% a Trieste; 3,37% a Bologna, irrilevanti per la vittoria di Mattia Lepore. Dall'analisi dei flussi risulta una fuga nell'astensione.

Centrodestra: all'arretramento della Lega si affianca un rafforzamento di FdI

Nel centrodestra all'arretramento della Lega si affianca un rafforzamento di FdI di Giorgia Meloni, su cui si travasano in parte i voti del partito del leghista Matteo Salvini, mentre altri finiscono nell'astensione o nelle liste civiche più centriste come quella di Paolo Damilano a Torino e Roberto Dipiazza a Trieste.

Anche per la Lega il paragone più con il 2016 (era ancora Lega Nord, con questa dicitura nel simbolo) è inevitabile con le politiche 2018. Ebbene il calo è marcato a Torino dal 32,59% al 9,84%; a Milano dal 22,09% al 10,74%; a Bologna dal 13,14% al 7,74%; a Trieste dal 20,93% al 10,27%; a Roma dall'11,62% al 5,93%.

Viceversa FdI «ruba» parte dei voti in uscita dalla Lega e diventa il primo partito della coalizione persino in varie città del Nord, finora avare con lei. Il parito della Meloni è primo a Torino dove passa dall'1,47% del 2016, al 3,62% delle politiche 2018 all'odierno 10,46%. Anche a Trieste è il primo partito con l'11,14% (4,33% nel 2016), come a Bologna col 12,63% e a Roma con il suo 17,42%. Anche a Milano con il 9,76% è a un solo punto dalla Lega.

Forza Italia scivola ovunque tranne in Calabria dove ottiene il 17,31% (12,23% alle precedenti regionali): a Torino ha il 5,30%, a Milano il 7,08%, a Bologna il 3,79%, a Roma il 3,59%, a Napoli il 6,63%, a Trieste l'8,48%.