Italia Indagato il capo di Stato maggiore della Difesa

SDA

24.10.2021 - 14:58

L'attuale capo di Stato maggiore della Difesa italiana, generale Enzo Vecciarelli, è fra gli indagati della Procura di Roma in un''inchiesta su tangenti e corruzione nelle forniture agli apparati militari. Lo scrive il quotidiano La Verità.
L'attuale capo di Stato maggiore della Difesa italiana, generale Enzo Vecciarelli, è fra gli indagati della Procura di Roma in un''inchiesta su tangenti e corruzione nelle forniture agli apparati militari. Lo scrive il quotidiano La Verità.
Keystone

Il generale Enzo Vecciarelli è fra gli indagati della Procura di Roma in un''inchiesta su tangenti e corruzione nelle forniture agli apparati militari. Lo scrive il quotidiano La Verità.

I pm, secondo quanto riferisce il quotidiano, «sono risaliti a due aziende che producono abbigliamento e che avrebbero regalato vestiti anche a Vecciarelli». L'accusa di corruzione quindi «sarebbe legata ad abiti del valore di poche migliaia di euro o forse perfino inferiore. Spiccioli per chi può contare su stipendi a cinque zeri. Per questo risulta difficile credere che il generale non riuscirà a dimostrare la totale estraneità ai fatti contestati», scrive La Verità.

I magistrati romani avrebbero «praticamente concluso le investigazioni» della «cosiddetta operazione Minerva» e si prospetterebbe «un terremoto per le nostre Forze armate».

Vecciarelli è in carica dal 6 novembre del 2018 ed il suo mandato scadrà il 5 novembre, quando passerà le consegne al suo successore, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, che è stato nominato dal Consiglio dei ministri il 19 ottobre.

L'inchiesta «era diventata di pubblico dominio nel luglio del 2020 quando vennero applicate 31 misure cautelari», scrive La Verità, e le indagini, «condotte dalla squadra mobile capitolina, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal Pm Antonio Clemente, svelavano un sistema di tangenti e corruzione negli appalti per le forniture ad Esercito, Carabinieri, Aeronautica e Guardia di Finanza per un valore complessivo di 18,5 milioni di euro».

Nella richiesta di misure cautelari «erano indicati i nomi di 49 persone indagate e di 15 ditte, accusati a vario titolo di corruzione, frode nelle pubbliche forniture e turbativa d'asta». In quella occasione tre militari furono arrestati, ai domiciliari, e quattro furono sospesi dal servizio, ma da allora le indagini sono andate avanti e adesso sono pronti diversi avvisi di chiusura delle indagini per vari filoni d'inchiesta», con una sessantina di indagati, grazie anche alle dichiarazioni di una imprenditrice arrestata, che ha fornito nuovi particolari.