Italia Meloni si dice pronta a collaborare con l'UE

SDA

22.10.2022 - 21:42

«Orgoglio» e «responsabilità». Giorgia Meloni giura nelle mani del presidente della Repubblica – va a memora e l'emozione le fa 'sbagliare' la formula di rito – e garantisce che il governo si metterà «subito al lavoro» per «servire il Paese».

Giorgia Meloni il 21 ottobre.
Giorgia Meloni il 21 ottobre.
KEYSTONE/EPA/FABIO FRUSTACI

Ora è il momento di parlare poco e lavorare molto, il senso racchiuso nel tweet che posta subito dopo aver lasciato il Colle. Messaggio che ripeterà ai ministri nel primo Cdm, dopo il passaggio della campanella con Mario Draghi.

Perché quelle sfide da «fare tremare i polsi», elencate più e più volte durante la campagna elettorale, ora sono lì. E la premier sa che tutti gli occhi sono puntati su di lei, in Italia e all'estero, e non ci saranno sconti al primo passo falso.

I primi contatti internazionali arrivano subito dopo, con le telefonate con Ursula Von der Leyen e i vertici delle istituzioni europee con cui, assicura, il nuovo governo di centrodestra è «pronto a collaborare».

Il dossier energia, d'altronde, è quello in cima alla lista delle preoccupazioni del nuovo governo. Meloni ringrazia via social tutti i leader stranieri che le hanno fatto gli auguri per l'incarico, compresi Viktor Orban e il polacco Mateusz Morawiecki.

L'Italia sostiene Kiev

Al presidente Volodymyr Zelensky ribadisce che l'Italia sarà «sempre» dalla parte dell'Ucraina, e al presidente presidente Usa Joe Biden, cui assicura di non vedere l'ora di rafforzare «amicizia e partnership transatlantica, fondata su valori comuni».

Europeismo, atlantismo, e sostegno a Kiev contro la guerra di Putin, d'altronde, per la leader di Fdi non sono mai stati in discussione.

Concetti che ribadirà al presidente francese Emmanuel Macron, che dovrebbe incontrare lunedì a Roma per un primo, probabilmente breve, faccia a faccia che serve a riallacciare i rapporti dopo l'incidente delle parole della ministra francese Laurence Boone ("vigileremo sul rispetto dei valori e dello stato di diritto», aveva detto).

Agenda impegnativa nei primi giorni da premier

Dopo il giuramento – che, sottolinea, cade nel giorno in cui si festeggia San Giovanni Paolo II – la neopremier si concede qualche ora di riposo in famiglia, dopo aver partecipato al funerale di Francesco Valdiserri (il 18enne investito e ucciso sul marciapiede a Roma).

Ma sa che dovrà buttarsi a capofitto sui dossier internazionali, a partire dalla trattativa sul gas che martedì potrebbe vedere di nuovo al tavolo Roberto Cingolani, nella veste di consulente del nuovo ministro all'Ambiente e alla sicurezza energetica Gilberto Pichetto (che dovrebbe rimanere a Roma per la fiducia). Ma anche sulle emergenze economiche interne.

L'agenda dei primi giorni sarà serrata: il primo Consiglio dei ministri formalizzerà le cariche di vicepremier per Matteo Salvini e Antonio Tajani, e nominerà Alfredo Mantovano sottosegretario alla presidenza. Ma l'obiettivo sarebbe quello di chiudere anche sui sottosegretari in settimana, subito dopo avere incassato la fiducia alle Camere.

Nella partita potrebbe rientrare il suo braccio destro, Giovanbattista Fazzolari, che in molti danno come sottosegretario sempre a Palazzo Chigi. Ma ci saranno da accontentare gli alleati che già scalpitano.

Polemiche sul controllo della Guardia costiera

E da sedare le polemiche che già sono partite attorno al controllo della Guardia costiera. «Avremo tempo per parlare anche» dei porti, rivendicati dalla Lega, si defila Nello Musumeci, titolare del ribattezzato ministero del Sud e delle politiche del mare.

Tecnicamente, le deleghe di un ministro con portafoglio non dovrebbero poter passare a un ministro senza portafoglio ma la querelle è squisitamente politica.

Essenziale, comunque, è che l'intera macchina sia subito operativa. Perché l'idea è quella di procedere il prima possibile con un nuovo decreto contro i rincari dell'energia, utilizzando quel 'tesoretto' da 10 miliardi lasciato in eredità da Draghi per prorogare fino a fine anno le misure in scadenza a novembre. Prima di dedicarsi alla definizione, parecchio complicata, della prima manovra targata Meloni.