Italia«Sì» del M5S a Draghi, premier verso lo scioglimento della riserva
SDA
11.2.2021 - 20:37
In Italia il governo di Mario Draghi è più vicino. Sulla piattaforma Rousseau del MoVimento 5 Stelle (M5s) vince il sì: il 59,3% dei militanti pentastellati appoggia la linea dei vertici del movimento a favore del nuovo esecutivo.
Ora sono tutti "vincolati" a rispettare l'esito della consultazione, avverte il capo politico ad interim del M5s Vito Crimi.
Ma la votazione on line certifica la spaccatura all'interno dei cinque stelle e la prima prova sarà il voto di fiducia in parlamento la prossima settimana. Fuori dalle aule parlamentari c'è però già l'addio del già deputato Alessandro Di Battista: "non posso digerire la votazione, mi faccio da parte", dice postando un video su Facebook (Fb).
Da queste fibrillazioni l'esecutivo dell'ex presidente della Banca centrale europea (Bce) è comunque al riparo: qualsiasi scelta la fronda M5s dovesse fare (che sia l'astensione o anche il voto contrario), alle Camere conta su una maggioranza molto ampia e dunque è destinato a nascere su numeri solidi.
Tempi di formazione del Governo non ancora definiti
I tempi per la formazione del governo non sono ancora definiti: Mario Draghi salirà dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sciogliere la riserva entro il fine settimana, quando avrà pronta la lista dei ministri. A quel punto si terrà la cerimonia del giuramento e poi il voto nelle Aule di Camera e Senato non prima di "martedì", è il pronostico del capogruppo del Partito democratico (Pd) al Senato Andrea Marcucci.
Chiuse le consultazioni e incassato l'ok della base del M5S, è sulla squadra di governo che il futuro premier è impegnato. Non intende trattare nome su nome e gli unici suggerimenti che è pronto ad ascoltare sarebbero quelli di Mattarella.
Che però in Consiglio dei ministri non siederanno solo tecnici è ormai una certezza. Il Pd dice di volerne rispettare le prerogative ma chiede anche "una squadra autorevole, formata nel rispetto del pluralismo politico e che rispetti la differenza di genere".
Il sostegno del Pd a Draghi viene confermato ancora una volta in direzione, dove il segretario Nicola Zingaretti esprime anche molte preoccupazioni. Vede alzarsi una "generale marea antipolitica" che punta a "delegittimare il Pd" e a "destabilizzare" l'intero sistema politico.
Tra le prossime sfide ci sono anche le amministrative
Digerire la presenza della Lega nello stesso governo per il Nazareno non è cosa di poco conto ed è agli atti. Dall'europeismo ai toni più pacati sui profughi, l'auspicio è che le nuove posizioni del leader leghista Matteo Salvini non siano solo "capriole verbali".
Guarda poi in casa Zingaretti e ribadisce che parlare ora di congresso è "da marziani" ma propone di convocare entro febbraio l'Assemblea nazionale. Tra le prossime sfide infatti ci sono anche le amministrative e occorre prepararsi puntando a rinsaldare l'alleanza con M5s e Liberi e Uguali (LeU) per vincere le destre.
I cinque stelle ancora una volta al centro della scena politica
Sono però ancora una volta i cinque stelle a essere stati al centro della scena politica. "Aspettando Rousseau", twitta al mattino il fondatore Beppe Grillo pubblicando un fotomontaggio che ritrae Draghi in bilico su un cornicione mentre Mattarella guarda alla finestra. Un messaggio per sottolineare l'importanza della votazione sulla piattaforma on line e anche del ruolo dei cinque stelle nel governo.
In molti puntavano su un risultato simile a quello che poi i numeri hanno confermato: una vittoria dei sì larga ma non larghissima, prova ulteriore dell'esistenza nel movimento di una minoranza consistente. Più robusta fra gli iscritti di quanto non sia fra i parlamentari.
E c'è chi, come la Lega, approfitta per sottolineare come di fronte a una divisione così profonda il proprio ruolo e quello di Forza Italia "sia ancora più importante". I vertici del M5s, che dal presidente della Camera dei deputati Roberto Fico all'ex ministro degli esteri Luigi Di Maio e Crimi, si sono spesi per la vittoria dei sì a sera ringraziano per il senso di responsabilità i militanti e invitano a guardare avanti per "scrivere" il futuro con il Recovery plan, il piano di rilancio dalla pandemia.
Grazie al quale la spinta al prodotto interno lordo (Pil) potrà arrivare nei prossimi anni fino al 3,5%, assicura il Commissario europeo per l'economia Paolo Gentiloni (Pd). Ed ecco perché contano ancora più del solito "l'esperienza, le idee e le capacità del presidente del Consiglio incaricato" in cui il commissario dice di avere "piena fiducia".