Genova Inchiesta chiusa: il ponte Morandi andava interdetto subito al traffico

SDA

23.4.2021 - 16:10

Il crollo, nell'agosto 2018, aveva causato 43 vittime.
Il crollo, nell'agosto 2018, aveva causato 43 vittime.
Keystone

Il ponte Morandi «andava interdetto subito al traffico». È quanto emerge dall'inchiesta sul crollo del viadotto autostradale (14 agosto 2018, 43 vittime) chiusa ieri dalla procura di Genova.

A scriverlo sono i pubblici ministeri (pm) basandosi su una comunicazione informale che Antonio Brencich, docente universitario membro esterno del Comitato tecnico che, a febbraio 2018, aveva vagliato il progetto di rinforzo delle pile 9 (quella crollata) e 10.

Brencich, scrivono i pm, descrive ai membri del Comitato l'ammaloramento del viadotto come «uno stato di degrado... impressionante, addirittura con la rottura di alcuni cavi metallici degli stralli» e ancora, uno «stato generale di degrado del calcestruzzo e delle armature dell'impalcato», «un pessimo stato di conservazione « e «una incredibile pessima prestazione del manufatto».

Questa comunicazione, ragionano i magistrati, avrebbe dovuto essere comunicata immediatamente agli organi pubblici di sorveglianza «affinché quella situazione di evidente rischio fosse resa pubblica e il transito veicolare fosse immediatamente interdetto».

Anche i dirigenti del ministero delle Infrastrutture, dal canto loro, avrebbero omesso qualsiasi tipo di sorveglianza. «Non procedevano – scrivono i pm – ad ispezioni e controlli diretti ma neppure richiedevano alla società concessionaria informazioni e documentazioni concernenti i lavori eseguiti e le condizioni dell'opera». In conseguenza «di questa totale ignoranza – si legge nelle carte – volontariamente perseguita, delle condizioni dell'infrastruttura più importante, complessa e fragile dell'intera rete autostradale, omettevano di adoperarsi affinché fossero rilevate e contestate alla società le sistematiche violazioni delle norme».