EpidemiaCOVID-19: l'Italia sceglie la linea dura, sarà un Natale blindato
SDA
3.12.2020 - 08:46
Natale e Capodanno «blindati» dentro i confini comunali e, dal 21 dicembre al 6 gennaio, blocco degli spostamenti tra le Regioni e divieto di raggiungere le seconde case.
Il decreto legge Covid conferma la stretta del governo italiano sulle festività, per fare scudo a una possibile terza ondata.
La curva si abbassa e venerdì il ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base del monitoraggio settimanale, firmerà le nuove ordinanze che da domenica potrebbero rendere più gialla l'Italia, facendo passare alcune Regioni da zona rossa ad arancione e altre da arancione a gialla.
Ma la cautela resta massima. Il governo sceglie, dopo un lungo e teso confronto, di riportare tutti gli alunni delle superiori in classe solo il 7 gennaio: in Cdm la ministra dell'istruzione Lucia Azzolina e il Movimento 5 Stelle (M5s) confermano la preferenza per il ritorno in classe a dicembre, ma su questo punto dovrebbe essere accolta la richiesta delle Regioni di aspettare il nuovo anno, organizzando intanto il sistema dei trasporti. Una decisione finale sarà presa nelle prossime ore.
In nottata, dopo un lavoro di revisione che prosegue anche dopo il Consiglio dei ministri, il governo dovrebbe inviare ai governatori il nuovo dpcm che il premier Giuseppe Conte firmerà in serata e sarà in vigore dal 4 dicembre.
Nessun ammorbidimento
È confermato il sistema in tre fasce. Con coprifuoco in tutta Italia alle 22 e ristoranti chiusi in zona gialla alle 18. Poi nei venti giorni tra Natale e l'Epifania nessun ammorbidimento: anzi, i blocchi cresceranno, le misure si faranno ovunque più rigide.
Il nuovo decreto, di due soli articoli, serve a dare «copertura» proprio alla stretta natalizia. Permette a Conte di firmare un dpcm che duri fino a 50 giorni (ora il limite è 30) e quindi di fissare la scadenza del decreto in vigore dal 4 dicembre anche oltre l'Epifania (tra le ipotesi c'è quella del 15 gennaio).
Ma soprattutto, consente misure più rigide nelle festività a prescindere dal «colore» delle Regioni. E stabilisce che dal 21 dicembre non ci si potrà spostare tra Regioni e province autonome se non per lavoro, salute e «situazioni di necessità», oltre che per tornare nella propria residenza, domicilio o abitazione.
Alcuni punti ancora da chiarire
È proprio sull'interpretazione di queste eccezioni – in particolare le «situazioni di necessità» – che si dibatterà ancora nelle prossime ore con le Regioni.
E anche su misure di dettaglio come quella di far chiudere i ristoranti degli alberghi la notte del 31 dicembre o sulle deroghe alla quarantena per chi rientri dall'estero, su cui si è dibattuto a lungo in Cdm.
Così come si è parlato della possibilità di impugnare la legge della Valle D'Aosta che è in contrasto con il dpcm sulle norme anti contagio. Una possibilità molto concreta anche se la decisione non è stata formalizzata in questa lunga nottata di riunioni.