Escalation Alta tensione nel nord del Kosovo, la Serbia vuole inviare l'esercito

SDA

12.12.2022 - 15:46

La Serbia è fermamente intenzionata a inviare un proprio contingente di forze di sicurezza nel nord del Kosovo, a protezione della popolazione serba e delle sue proprietà.

Veicoli pesanti parcheggiati dai serbi bloccano la strada nel villaggio di Rudare, nel nord del Kosovo, lunedì 12 dicembre 2022. Le barricate erette dai serbi nel nord del Kosovo sono rimaste lunedì per il terzo giorno consecutivo, nonostante gli appelli della comunità internazionale a rimuoverle e a smorzare la situazione. Sabato il Kosovo ha rinviato le elezioni locali previste per il 18 dicembre in quattro comuni a maggioranza serba, nel tentativo di allentare le recenti tensioni che hanno causato un ulteriore deterioramento delle relazioni con la vicina Serbia.
Veicoli pesanti parcheggiati dai serbi bloccano la strada nel villaggio di Rudare, nel nord del Kosovo, lunedì 12 dicembre 2022. Le barricate erette dai serbi nel nord del Kosovo sono rimaste lunedì per il terzo giorno consecutivo, nonostante gli appelli della comunità internazionale a rimuoverle e a smorzare la situazione. Sabato il Kosovo ha rinviato le elezioni locali previste per il 18 dicembre in quattro comuni a maggioranza serba, nel tentativo di allentare le recenti tensioni che hanno causato un ulteriore deterioramento delle relazioni con la vicina Serbia.
KEYSTONE

Lo ha ribadito il vicepremier e ministro della difesa Milos Vucevic, che lunedì si è recato a Raska, nel sud della Serbia a ridosso del confine con il Kosovo, per ispezionare le truppe che stazionano nella locale guarnigione militare.

Nel nord del Kosovo permane alta la tensione interetnica, con i serbi che proseguono con i blocchi stradali e le barricate per protesta contro l'arresto di un ex agente serbo della polizia kosovara, e in generale contro la politica di Pristina, ritenuta ostile alla popolazione serba locale.

Nelle zone più sensibili sono presenti pattuglie della Forza Nato (Kfor) e della missione civile europea (Eulex). Le scuole che operano nel sistema di istruzione serbo resteranno chiuse a partire da martedì.

Alcune esplosioni e spari a raffica si sono uditi domenica sera dopo le 21:00 nel nord del Kosovo. Nel darne notizia, la tv pubblica serba Rts ha precisato che le nuove detonazioni si sono registrate nei pressi della località di Rudare.

«Siamo assolutamente pronti a inviare le nostre forze. La Serbia, a causa della situazione sul terreno, chiede che venga attivata la clausola della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza dell'Onu, al fine di garantire la sicurezza dei serbi e delle loro proprietà, come pure delle chiese e dei monasteri ortodossi», ha detto il ministro della difesa all'emittente televisiva privata Pink.

Richiesto l'intervento della KFOR

Secondo i media a Belgrado, entro la settimana la dirigenza serba invierà alla Forza Nato (Kfor) la richiesta di invio di un proprio contingente di forze di sicurezza in Kosovo.

Contro tale invio, definito 'inaccettabile', si è espressa domenica la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock, alla quale ha poi replicato duramente la premier serba Ana Brnabic, denunciano doppi standard della comunità internazionale nell'applicazione delle risoluzioni dell'Onu.

Domenica la presidente del Kosovo Vjosa Osmani, alla luce della forte tensione che permane nel Paese, dopo consultazioni con le forze politiche aveva annunciato il rinvio al 23 aprile delle elezioni locali comuni del nord a maggioranza serba.

Appelli alla rimozione delle barricate e dei blocchi stradali sono giunti dall'Unione europea, dalla Nato e dagli Stati Uniti.

Agente condannato a un mese di reclusione

Il Tribunale di Pristina ha condannato a un mese di reclusione Dejan Pantic, l'ex agente serbo della polizia kosovara il cui arresto nei giorni scorsi ha dato origine nel nord del Kosovo alla protesta della locale popolazione serba con blocchi stradali e barricate.

La portavoce del Tribunale Mirlinda Gashi ha confermato che Pantic è accusato di aver organizzato gli assalti agli uffici della commissione elettorale nel nord del Kosovo, dove erano in programma i preparativi per le elezioni locali del 18 dicembre, poi rinviate al 23 aprile prossimo a causa della continua escalation della tensione.