PoliticaL'Onu accusa: «In Xinjiang crimini contro l'umanità». La Cina è furiosa
SDA
1.9.2022 - 08:05
Le accuse alla Cina di aver praticato la tortura e di aver commesso «gravi violazioni» dei diritti umani nello Xjiniang sono «credibili» e la situazione richiede una «urgente attenzione» internazionale.
01.09.2022, 08:05
01.09.2022, 08:13
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Lo afferma un rapporto delle Nazioni Unite secondo il quale «la portata della detenzione arbitraria e discriminatoria degli uiguri e di altri gruppi a maggioranza musulmana... può costituire un crimine internazionale, in particolare crimini contro l'umanità».
«Le accuse di sistemi di tortura o maltrattamenti, compresi trattamenti medici forzati e condizioni critiche di detenzione, sono credibili», ha affermato l'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite in un rapporto a lungo ritardato, insistendo sul fatto che la situazione nella regione «richiede un'attenzione urgente da parte del governo, degli organismi intergovernativi delle Nazioni Unite e il sistema dei diritti umani, nonché la comunità internazionale in senso lato».
Virulenta la reazione della Cina: «Calunnie e diffamazione»
Non si è fatta attendere la reazione della Cina, che si oppone «con forza» alla cosiddetta «valutazione» dell'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani, accusato di «diffamare e calunniare la Cina, interferendo negli affari interni della Cina». A dichiararlo è Liu Yuyin, portavoce della missione cinese presso le Nazioni Unite a Ginevra.
Liu ha aggiunto che la «valutazione» si basa «sulla presunzione di colpa, sulla disinformazione e sulle bugie fabbricate dalle forze anti-cinesi come fonti principali».
La netta opposizione di Pechino, dopo i molteplici tentativi di evitare la diffusione del rapporto, era emersa già ieri nel briefing quotidiano del ministero degli Esteri, in concomitanza con l'ultimo giorno di mandato dell'Alta Commissaria dell'Onu Michelle Bachelet.
«La carica di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani è molto importante e comporta grandi responsabilità», aveva affermato il portavoce Zhao Lijian.
Per Lijian «la Cina crede nell'importanza per chiunque si trovi in quella posizione di aderire alle finalità e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, osservare rigorosamente il mandato dell'Assemblea Generale, lavorare secondo i principi di obiettività, imparzialità, non selettività e di non politicizzazione, promuovendo tutti i tipi di diritti umani in modo equilibrato, impegnandosi su dialogo e cooperazione con gli Stati membri e opponendosi alla pratica sbagliata di politicizzare i diritti umani e ai doppi standard».
«Valutazione pilotata dagli Stati Uniti»
Quanto alla ‹valutazione› sulle condizioni dei diritti umani nello Xinjiang, nel mirino dei gruppi di difesa dei diritti umani che hanno denunciato gravi violazioni da parte cinese (che le ha negate), Zhao ha aggiunto che la Cina «ha espresso chiaramente la sua posizione in molte occasioni. Ci opponiamo fermamente al rilascio di una cosiddetta valutazione sullo Xinjiang da parte dell'Ufficio del Alto Commissario per i diritti umani».
L'accusa di Pechino è che «la valutazione sia una pura trovata orchestrata dagli Stati Uniti e da una manciata di altri Paesi occidentali. Speriamo che l'Alto Commissario prenda la decisione giusta», aveva concluso il portavoce.