Gb-Ue L'Ue e Londra si preparano a una Brexit senza accordo

SDA

11.12.2020 - 01:13

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ed il premier britannico, Boris Johnson. (foto d'archivio)
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ed il premier britannico, Boris Johnson. (foto d'archivio)
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«Il no deal è a un passo, prepariamoci». Boris Johnson suona l'allarme per il Regno Unito, dicendosi pronto però ad andare anche a Berlino e Parigi per negoziare ancora e scongiurare il deragliamento delle trattative toccato con mano, in tutta la sua devastante concretezza, alla cena di mercoledì sera con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen a Bruxelles.

L'Unione europea e la Gran Bretagna si preparano così allo scenario più grave, mentre i team guidati da Michel Barnier e David Frost sono alle prese con discussioni fiume in vista della nuova scadenza di domenica, quando von der Leyen e Johnson potrebbero tornare ad incontrarsi per prendere una decisione finale.

La cena tra la presidente dell'esecutivo comunitario ed il leader britannico ha chiarito una volta per tutte quanto sia in salita e stretto il passaggio per un compromesso. E nonostante i team negoziali si siano chiusi fin dalla mattinata nel centro conferenze Albert Borschette, a pochi passi dagli edifici dove è in corso il Consiglio europeo, le possibilità di riuscita sono più che mai appese ad un filo.

Per questo la Commissione Ue è corsa ai ripari pubblicando quattro misure d'emergenza volte a «mitigare alcune delle interruzioni più significative» che si potrebbero verificare dal primo gennaio 2021, nel caso di un no deal. Si tratta di provvedimenti mirati per i collegamenti arei e stradali, per la sicurezza dei voli e la pesca, con proposte per creare regole e quadri giuridici.

Piani d'emergenza messi a punto d'altra parte anche a Londra. Nel respingere gli attacchi delle opposizioni, accanite dopo l'esito infelice dell'incontro di BoJo a Bruxelles, la ministra Penny Mordaunt, Paymaster General della compagine Tory, ha rassicurato circa un programma del governo per garantire il rifornimento di medicinali d'importazione Ue se le cose andassero storte.

Mentre il ministro degli Esteri Dominic Raab, numero due dell'esecutivo, ha cercato invece di minimizzare le ripercussioni di un mancato accordo sui prezzi e sulla disponibilità di generi di prima necessità, ridimensionandole a «sbalzi» temporanei.

Molto preoccupato è apparso il premier irlandese Michael Martin, alla guida del Paese dell'Ue più vulnerabile di fronte ad un mancato accordo. Al vertice europeo, durante l'aggiornamento di von der Leyen, ha sollecitato i partner «a fare tutto il possibile».

«La chiave per sbloccare la trattativa è fare un passo indietro e guardare all'insieme – ha insistito Martin -. Il 97% delle questioni è stato concordato. Stiamo dicendo che non troveremo l'accordo per il 3% mancante? È stato fatto tantissimo lavoro, serve un ultimo sforzo».

Ma la situazione «è difficile», ha ribadito von der Leyen. «Vogliamo garantire l'accesso al mercato unico ai nostri amici britannici, le condizioni però devono essere eque. Devono essere giuste per i nostri lavoratori e le nostre imprese e questo equilibrio non è stato ancora raggiunto», ha sottolineato la leader.

Sulla pesca, è stata la premier danese Mette Frederiksen a sgomberare il campo da ipotesi di possibili di ammorbidimenti: «Non saremo flessibili. Serve una buona intesa». E le linee rosse sono state rimarcate anche da Londra. L'Ue deve fare «passi sostanziali» sui nodi irrisolti del level playing field e della pesca se si vuole arrivare ad un accordo di libero scambio accettabile per Londra, è tornato all'attacco Raab.

Intanto la sterlina ha incrementato la sua perdita su euro e dollaro ma l'indice Ftse 100 della Borsa di Londra si è mantenuto in territorio positivo fino alla chiusura. Chissà che i mercati non ci vedano lungo.

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