TurchiaL'UE offre altri 3 miliardi di euro a Erdogan per i migranti
SDA
23.6.2021 - 21:28
Tre miliardi di euro per i profughi siriani e le comunità che li ospitano in Turchia, fino al 2024. È una proposta, circolata dalla Commissione UE alle delegazioni dei 27, come documento informale di base per la discussione al vertice di domani e venerdì a Bruxelles.
23.06.2021, 21:28
23.06.2021, 21:36
SDA
L'ipotesi che Ursula von der Leyen metterà sul tavolo dei leader, che l'agenzia di stampa italiana ANSA può anticipare, prevede un pacchetto complessivo da 5,7 miliardi di euro per i richiedenti asilo accolti in Turchia, Giordania, Libano e Siria per i prossimi tre anni.
Di questi, tre miliardi, tutti dal bilancio Ue, dovrebbero andare ai richiedenti asilo in Turchia (3,7 milioni i siriani accolti), oltre ai 535 milioni di euro di soluzione ponte, in via di esborso per i principali progetti umanitari fino all'inizio del 2022. L'altro stanziamento, 2,2 miliardi di euro, sarebbe invece destinato a Giordania, Libano e Siria, ma in questo caso la copertura deriverebbe da donazioni già raccolte e da altri sforzi finanziari aggiuntivi degli Stati.
L'iniziativa potrebbe generare discussioni
L'iniziativa potrebbe generare discussioni – con Cipro sempre pronta a puntare i piedi quando si parla di Ankara – dato che il dossier migrazioni dovrebbe essere in larga parte finanziato dal 10% del Fondo per il vicinato (Ndici), pari a otto miliardi. Ma la bozza di conclusioni del summit risolve il nodo, indicando che sul dossier dovrebbero convergere anche altre risorse del bilancio Ue 2021-2027.
D'altra parte la cancelliera tedesca Angela Merkel, grande regista dell'accordo Ue-Turchia da 6 miliardi del 2016, in vista del vertice si è assicurata l'alleanza del presidente francese, Emmanuel Macron e del premier italiano Mario Draghi, aperto a «collaborare con Ankara» con l'invito però a «stare attenti ai diritti umani».
Roma ha ottenuto in cambio il supporto tedesco su Libia e Sahel. Non a caso il sostegno Ue alla stabilizzazione delle due regioni sono voci entrate nella bozza di conclusioni del vertice proprio dopo l'incontro dei due leader a Berlino. L'obiettivo a cui puntare per Draghi è «un intervento dell'Ue sotto l'auspicio delle Nazioni Unite» in Libia, per provare ad arrivare ad un «coinvolgimento degli Stati Uniti». Un'impresa complessa, ma che potrebbe rivelarsi una svolta anche per la questione dei flussi nel Mediterraneo centrale.
Draghi ha messo le mani avanti
Al Senato Draghi intanto ha messo le mani avanti. Sul tema della migrazione «non aspettiamoci risultati trionfali» in Europa, «la trattativa è lunga, dobbiamo essere persistenti e presenti».
Ma se sul tema dei ricollocamenti la strada resta tutta in salita, al vertice di domani l'Italia otterrà che in autunno siano presentate roadmap con obiettivi e azioni concrete per le partnership con i Paesi di origine e transito, proprio come la Libia, la Tunisia o i Paesi del Sahel (è di questa settimana la nomina di Emanuela Del Re come inviato speciale dell'Ue).
«Piani d'azione» in cui si indicano indicano «obiettivi, misure di sostegno e tempistiche concrete», di cui si occuperà il Servizio europeo per l'azione esterna, di cui è segretario generale Stefano Sannino, e che fa capo allo spagnolo Josep Borrell.