Dopo 20 anni di socialismo La svolta moderata della Bolivia con Rodrigo Paz: «Riapriremo al mondo»

SDA

20.10.2025 - 19:36

Il neo presidente della Bolivia Rodrigo Paz 
Il neo presidente della Bolivia Rodrigo Paz 
KEYSTONE

Svolta politica in Bolivia: dopo 20 anni di dominio della sinistra, il Paese sudamericano sceglie un moderato, il senatore centrista Rodrigo Paz, come nuovo presidente. 

Keystone-SDA

«Riaprirò la Bolivia al mondo», sono state le sue prime parole, riaffermando subito la volontà di garantire che la nazione andina riacquisti la sua «presenza internazionale».

Una visibilità che il neo capo di Stato associa saldamente al sostegno offerto dagli Stati Uniti, «per poter mantenere uno stretto rapporto con uno dei governi più importanti del pianeta», ha sottolineato Paz (figlio dell'ex presidente Jaime Paz Zamora, in carica dal 1989 al 1993) nel suo discorso inaugurale da presidente eletto.

Due conservatori alle urne per il secondo turno

L'esponente del Partito cristiano democratico ha ottenuto il 54,54% dei consensi al ballottaggio, mentre l'ex presidente Jorge 'Tuto' Quiroga (al governo dal 2001 al 2002), membro dell'alleanza di destra Libertà e Democrazia, si è fermato al 45,46%.

Il voto si è svolto in un contesto segnato da una delle peggiori crisi economiche degli ultimi anni, con un'inflazione annua superiore al 23% e carenze di dollari, beni di prima necessità e carburante.

Era la prima volta che in Bolivia si andava al secondo turno delle elezioni, oltretutto disputate da due candidati conservatori.

Dopo 20 anni di movimento socialista

L'inedito duello presidenziale ha consolidato la fine di un ciclo padroneggiato per due decenni dal Movimento al socialismo (Mas), la coalizione che comandava il Paese dal 2006 e il cui massimo dirigente era l'ex sindacalista indigeno Evo Morales, al potere fino al 2019 ma nel frattempo caduto nell'oblio dopo aver imploso il Mas ed essere stato estromesso dalle elezioni.

I messaggi degli altri leader mondiali

La Bolivia «tornerà a far parte del mondo libero», ha sentenziato il presidente ultraliberista argentino, Javier Milei, interpretando il sentimento dei governi conservatori della regione, quali Ecuador, Panama, Paraguay e Perù, tutti accomunati dal desiderio di riallacciare i rapporti con La Paz e rafforzare la cooperazione bilaterale.

Non sono però mancati messaggi di apertura anche da parte di importanti leader progressisti, come il cileno Gabriel Boric ("restiamo impegnati nel lavoro congiunto tra Paesi fratelli a beneficio dei nostri popoli") e il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ("la Bolivia è un partner fondamentale, siamo legati da un'amicizia costruita sul rispetto reciproco"), mentre per il segretario di Stato americano, Marco Rubio, l'elezione di Paz ha segnato la fine di 20 anni di «cattiva gestione» del Paese da parte di governi di sinistra.

Decentralizzazione economica e apertura agli USA

Il cambio di passo per la Bolivia è confermato dal programma politico del neo presidente, che propone una decentralizzazione economica attraverso la redistribuzione delle entrate fiscali a regioni e comuni, l'introduzione di un programma di prestiti agevolati e incentivi per sostenere le piccole e medie imprese.

Sul piano estero, oltre al ripristino delle relazioni con gli Stati Uniti, Paz – che prende il posto del socialista Luis Arce ed entrerà in carica ufficialmente l'8 novembre – mira invece allo sviluppo della cooperazione regionale attraverso il Mercosur.