Europa La violenza politica e il caso Olanda fanno tremare l'UE

SDA

16.5.2024 - 21:15

L'Europa non abbassa l'allarme sul ritorno della violenza politica.
L'Europa non abbassa l'allarme sul ritorno della violenza politica.
sda

Scossa, preoccupata, consapevole della crucialità della prossima tornata elettorale: a 24 ore dall'attacco al premier Robert Fico l'Europa non abbassa l'allarme sul ritorno della violenza politica. A Bruxelles all'attentato slovacco si è aggiunto un altro motivo di preoccupazione, l'innescarsi della macchina della disinformazione attorno all'episodio. Una macchina che ha l'Ue nel mirino.

Ma le cattive notizie, per i partiti europeisti, non si limitano ai fatti di Bratislava. In Olanda l'estrema destra di Geert Wilders ha incassato l'accordo di governo. Il placet dei liberali del premier uscente Mark Rutte è stato decisivo, la reazione di Renew Europe veemente. «L'accordo è totalmente inaccettabile», ha tuonato la capogruppo Valerie Hayer.

Il ritorno della violenza politica e il diffondersi di fake news, nelle preoccupazioni dei partiti filo-Ue, sono connessi. A testimoniarlo c'è il monitoraggio scattato online sul racconto dell'attacco a Fico.

La disinformazione sulla rete

«Nel giro di poche ore, decine di migliaia di utenti dei social media hanno attribuito la responsabilità delle violenze a una combinazione di agenti dell'Ue e dell'Ucraina», è stato l'allarme lanciato dall'Atlantic Council.

Parallelamente, sempre online, sono cominciati a circolare post che indicavano una foto che, apparentemente, ritraeva l'attentatore di Fico accanto a Martin Šimečka, padre del leader dell'opposizione slovacca, Michal Šimečka. Ma la somiglianza si è rilevata fasulla.

«Bisogna prestare attenzione a questi fenomeni. Questo è il motivo per cui ci impegniamo ad adottare misure, in particolare sulla diffusione dell'incitamento all'odio», ha sottolineato il portavoce della Commissione, Eric Mamer.

L'attentato potrebbe esacerbare il dibattito politico fino al 9 giugno

Al di là delle fake news, l'attentato a Fico, nei timori di Bruxelles, potrebbe esacerbare comunque il dibattito politico da qui al prossimo 9 giugno. La Commissione si è detta non a caso «preoccupata da questi fenomeni che possono aumentare le divisioni all'interno dell'Ue e nelle nostre democrazie».

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in una lettera indirizzata agli slovacchi e recapitata alla presidente della Repubblica Zuzana Caputova, ha ammonito a «non dare per scontato la sostituzione delle armi con le parole, conquista della nostra democrazia».

Mentre anche il premier polacco Donald Tusk ha fatto sapere di aver ricevuto minacce di morte sui social dopo l'attentato a Fico: «Gli slovacchi ci hanno dato un esempio di cosa si dovrebbe fare con Tusk», era uno dei tweet incriminati.

La campagna per le Europee attorniata da un'aura di gravità

Il punto è che, con l'ascesa dei sovranismi e lo scontro sempre più apicale con i partiti filo-Ue, la campagna per le Europee rischia di essere attorniata da un'aura di gravità. Con un'appendice: l'estrema destra, col supporto degli elettori e l'accordo di una parte dei partiti di centro, può andare al governo.

È successo la settimana scorsa in Croazia ed è accaduto ora in Olanda, con l'accordo tra il Pvv di Wilders, il partito degli agricoltori, i centristi dell'Nsc e il Vvd, il partito liberal-conservatore di Rutte. Il placet di quest'ultimo è arrivato come una scossa di terremoto dalle parti di Renew, che ha fatto del «mai con lestrema destra» uno dei pilastri della sua campagna elettorale.

La macroniana Hayer ha convocato una riunione di tutti i partiti membri dei liberali europei per il 10 giugno, dopo le elezioni. «Siamo in totale disaccordo con quanto successo in Olanda, il nostro obiettivo è costruire una nuova maggioranza europeista», ha incalzato Sandro Gozi.

Ad esultare, invece, sono stati Viktor Orban e Matteo Salvini. Il leader della Lega, usando toni che difficilmente saranno apprezzati a Bruxelles, soffermandosi sull'attacco a Fico ha sottolineato che «è sconcertante l'atteggiamento di chi ha gridato all'allarme fascismo senza voler vedere la rabbia e l'odio rovesciati quotidianamente da altri come estremisti islamici o militanti della sinistra europeista».