Francia Le piazze francesi contro Macron, sfilano 150 cortei, molti gli «Insoumis»

SDA

7.9.2024 - 21:35

Al giorno numero uno di Michel Barnier premier sul campo, le piazze di Francia si ribellano ad Emmanuel Macron che ha nominato lui e non Lucie Castets, la candidata del Nuovo Fronte Popolare. Non c'era tutta la gauche, perché a sfilare nei 150 cortei annunciati è stata soprattutto La France Insoumise (LFI) e parte degli Ecologisti, con il Partito socialista e i sindacati che sono rimasti a casa.

Il messaggio dei manifestanti è chiaro: «Macron, tradimento, dimissioni»
Il messaggio dei manifestanti è chiaro: «Macron, tradimento, dimissioni»
KEYSTONE

A Parigi, fra Bastille e Nation – il percorso più tradizionale della protesta – c'erano alcune decine di migliaia di manifestanti, con una differenza abissale tra le cifre degli organizzatori (160'000) e quelle della polizia (26'000).

Per Mathilde Panot, fedelissima di Mélenchon, in tutta la Francia sono scese in piazza 300'000 persone, con la polizia che ha anche qui corretto al ribasso (110'000).

L'inizio di una protesta più ampia?

Può essere l'inizio di un'ondata di proteste che infiammerà l'autunno, ma c'è anche l'ipotesi che il fine negoziatore Michel Barnier, uno abituato a cucire i rapporti fra inglesi e Bruxelles durante la Brexit, riesca a rompere l'unità del fronte della sinistra.

Magari portando con sé alcuni voti dei socialisti, i quali non hanno ancora tutti digerito la chiusura del segretario Olivier Faure alla proposta di Macron di votare Bernard Cazeneuve, un uomo uscito dal Ps, come primo ministro.

L'ira di Mélenchon

«Macron ha voluto imporre la legge della giungla, la legge del più forte – ha tuonato l'anziano 'tribuno' Mélenchon affacciandosi con il suo giaccone di pelle da un Tir che precedeva il corteo – ma in questo Paese il più forte è il popolo».

Il leader di LFI si è scagliato contro il «colpo di mano» che ha portato Macron a «rubare la vittoria alla sinistra, ignorando i risultati del voto».

«Macron vattene, facciamo pulizia» era lo slogan più gettonato nei cortei. Ma nell'occhio del ciclone, da oggi, è entrato Barnier, inviso alla sinistra perché nominato da Macron in barba alla gauche e considerato dall'estrema destra di Marine Le Pen, che non gli voterà subito la sfiducia, come un premier «sotto sorveglianza».

«Io sono sotto la sorveglianza di tutti i francesi», gli ha risposto il neopremier.

La prima uscita in un ospedale pediatrico

Nella sua prima giornata di attività sul terreno, Barnier ha scelto di andare a far visita al Necker, il grande ospedale pediatrico di Parigi.

Una scelta avveduta perché il settore della Sanità e degli ospedali è uno di quelli più in tensione. Rispondendo ai giornalisti, è apparso attento ad evitare annunci ad effetto.

E preoccupato per «una situazione molto grave» del Paese, che si trova anche con una legge finanziaria da approvare e un calendario parlamentare slittato pericolosamente in avanti: «Io non voglio aumentare il deficit che pesa sulle nostre generazioni future – ha detto l'ex Monsieur Brexit europeo – né il debito 'ecologico'».

«Non posso fare miracoli», ha aggiunto dopo aver ascoltato le lamentele di molti rappresentanti dei medici e del personale sanitario, garantendo loro di essere comunque «attento» ai loro bisogni.

S'attende il discorso programmatico

In mattinata, Barnier aveva incontrato l'ex premier Elisabeth Borne e pranzato poi con la presidente dell'Assemblée Nationale, Yael Braun-Pivet.

Si è parlato di composizione del nuovo governo e di discorso programmatico di politica generale.

Un appuntamento, quest'ultimo, per il quale Barnier ha chiesto tempo ma che la maggioranza dei parlamentari vorrebbe anticipare quanto più possibile, sicuramente entro la fine di settembre.