Dal Libano Un migliaio di profughi siriani rimpatriati nel loro Paese

SDA

26.10.2022 - 14:07

Circa mille profughi siriani, per lo più donne e bambini, da anni rifugiatisi in Libano a causa della guerra nel loro paese, sono stati rimpatriati oggi in Siria nel quadro di un piano di rimpatrio di migliaia di civili siriani.
Circa mille profughi siriani, per lo più donne e bambini, da anni rifugiatisi in Libano a causa della guerra nel loro paese, sono stati rimpatriati oggi in Siria nel quadro di un piano di rimpatrio di migliaia di civili siriani.
Keystone

Circa mille profughi siriani, per lo più donne e bambini, da anni rifugiatisi in Libano a causa della guerra nel loro paese, sono stati rimpatriati oggi in Siria nel quadro di un piano di rimpatrio di migliaia di civili siriani.

Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui le circa 200 famiglie, composte in larga parte da donne e minori, hanno attraversato stamani il valico frontaliero di Dabbusiye, nella regione siriana di Homs.

Gli uomini adulti, afferma l'Osservatorio, per la maggior parte si sono rifiutati di essere rimandati in Siria per timore di esser chiamati a svolgere il servizio militare in un paese da più di 11 anni in guerra.

Le autorità libanesi e siriane lavorano da mesi per coordinare questo rimpatrio. Il presidente libanese uscente Michel Aoun, il cui mandato scade il 31 ottobre prossimo e che è uno stretto alleato degli Hezbollah filo-iraniani, ha puntato gran parte della sua retorica sulla necessità di rimpatriare il più alto numero di profughi siriani, presenti in Libano sin dal 2011, anno dello scoppio delle violenze armate in Siria.

Il piano è stato molte volte criticato dall'Onu e dall'Unione Europea perché non garantisce che il ritorno sia del tutto volontario e non assicura il pieno rispetto dell'incolumità e della dignità di chi rientra in patria.

Secondo l'Osservatorio, la stragrande maggioranza dei profughi rimpatriati stamani provengono da regioni meridionali libanesi, controllate di fatto dagli stessi Hezbollah.

Questi, tramite le autorità locali vicine o membri dello stesso Partito di Dio, hanno – secondo le fonti citate dall'Osservatorio – esercitato forti pressioni sulle famiglie siriane presenti nelle province di Sidone, Tiro, Nabatiye e Bint Jbeil perché tornassero in Siria quanto prima.

E questo minacciandogli di alzare il costo degli affitti nelle case e negli alloggi di fortuna di queste zone e di interrompere il flusso di servizi di prima necessità.

La maggior parte dei centri di registrazione per il rimpatrio aperti dalla Sicurezza generale, la principale agenzia di controllo libanese diretta dal generale Abbas Ibrahim, considerato anch'egli vicino agli Hezbollah, sono stati aperti proprio nelle regioni meridionali libanesi.

Nelle altre regioni del nord e dell'alta valle della Bekaa, come Arsal, la maggior parte delle famiglie di profughi siriani si sono rifiutati di aderire al piano di rimpatrio preparato dalle autorità libanesi. Queste hanno annunciato nelle settimane scorse di deportare in Siria fino a 15'000 siriani.

Il generale Ibrahim aveva ieri difeso la decisione del Libano di rimpatriare migliaia di profughi, affermando che nel paese attualmente si trovano più di due milioni di profughi siriani, con una popolazione totale libanese di meno di quattro milioni. Le agenzie dell'Onu riferiscono invece di circa 800'000 profughi siriani registrati in Libano.