Italia-Francia Mattarella: «Chi vieta ingressi dall'Africa si illude»

SDA

5.7.2021 - 20:39

Il presidente francese Emmanuel Macron (a destra) e il presidente della Reubblica Italiana Sergio Mattarella
Il presidente francese Emmanuel Macron (a destra) e il presidente della Reubblica Italiana Sergio Mattarella
Keystone

«In Italia qualcuno si illude che si possa mettere il cartello divieto d'ingresso», dall'Africa.

Keystone-SDA

Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella si rivolge così all'omologo francese Emmanuel Macron, nel corso del loro colloquio all'Eliseo, momento clou della visita di Stato del Presidente italiano in Francia, la prima dopo la pausa forzata a causa della pandemia.

Un modo implicito, ma chiaro con cui Mattarella definisce appunto «illusorio» ogni approccio al dossier delicatissimo dell'immigrazione che preveda come soluzioni il blocco navale, proposto da Fratelli d'Italia, o la chiusura delle frontiere, cara alla Lega.

Colloquio che sulla carta sarebbe dovuto essere riservato, come tutti i faccia a faccia di Stato, ma che inspiegabilmente è andato in onda dalla tv a circuito chiuso dell'Eliseo. Così questa battuta è stata registrata e diffusa da un cronista dell'agenzia di stampa italiana Ansa all'ascolto.

«Il fenomeno migratorio occorre governarlo»

A dire il vero è stato Macron a parlare per primo di migranti e tutto sommato Mattarella ha ribadito, anche a Parigi, la sua linea espressa più volte: il fenomeno migratorio occorre governarlo, altrimenti – è il suo ragionamento – si viene travolti da ondate occasionali in dipendenza di crisi che si verificano nei Paesi di origine.

Il leader della Lega Matteo Salvini non osa contraddire il Capo dello Stato in visita in un paese straniero, ma chiosa: «ogni sbarco è un regalo agli scafisti, sono d'accordo con il presidente Mattarella quando dice che bisogna aiutare il continente africano, aiutare i suoi figli a non scappare, però non è possibile che l'Italia diventi un campo profughi a cielo aperto».

Il Presidente della Repubblica, anche nel suo lungo e molto applaudito intervento alla Sorbona, è tornato sul punto ammonendo l'Europa e le sue gravi responsabilità: fornirsi di una politica dell'immigrazione e dell'asilo «all'altezza dei valori che sono alla base del progetto di integrazione europea – osserva Mattarella – costituisce un obiettivo primario per la stabilità e la coesione stessa dell'Unione».

Ma il Presidente va oltre, definendo l'incapacità di «dare una risposta adeguata, efficace e comune», come «un vulnus recato alla coscienza europea». «Donne, bambini, uomini in fuga – affonda Mattarella – difficilmente possono essere individuati come un nemico. Già all'epoca della Seconda guerra mondiale l'indifferenza, se non la aperta ostilità verso i profughi che bussavano alle frontiere, caratterizzò una stagione che sarebbe stata segnata da crimini efferati, dei quali l'umanità non deve perdere il ricordo». Ora serve una «strategia dell'accoglienza – sostenibile ma concreta – in sintonia con le complesse sfide dell'oggi».

«Chi non vuole, non deve poter frenare»

Un discorso importante, tenuto nello stesso luogo, l'anfiteatro del celebre ateneo parigino, in cui Macron, nel lontano 2017, denunciò le difficoltà dell'Europa a 27, rilanciando la formula: «Chi non vuole, non deve poter frenare». E anche Mattarella, ricorda che le decisioni assunte al momento dell'adesione di ciascun Paese, «non possono essere contraddette se non a prezzo della drastica decisione dell'abbandono. Occorre chiarezza».

Quindi va oltre, arrivando a criticare, seppur implicitamente il Gruppo di Visegrad e le altre mini organizzazioni che stanno sorgendo in questi mesi. In Europa, ricorda il Presidente, «è cresciuta una nuova consapevolezza, che supera e azzera improvvidi e modesti diversivi di contrapposizioni all'interno dell'Unione tra gruppi di Paesi, talvolta indicati con appellativi fantasiosi».

Piena sintonia con Macron quindi non solo sull'Europa, ma anche sul futuro dei rapporti italo-francesi – con l'impegno comune a favore di un trattato di cooperazione rafforzata – ma anche su Libia e relazioni transoceaniche.

Insomma, le ruggini del passato sono ormai un lontano ricordo. Una comunanza politica che è anche vicinanza umana e personale.

Al suo arrivo all'Eliseo, Mattarella viene accolto con un abbraccio e addirittura quasi un bacio dal Presidente francese. «La Francia accoglie un amico e una grande personalità. Non abbiamo mai smesso di parlare e di lavorare insieme. Italia e Francia – sottolinea Macron – sono insieme per una nuova solidarietà europea». E Mattarella, non è da meno: «Questo è il mio primo viaggio all'estero dopo la pandemia. Sono lieto sia stato in Francia. Ringrazio Macron per il ricordo delle vittime italiane del Covid. Italia e Francia hanno un legame unico che si basa su valori condivisi, su una storia comune».