Stati Uniti Biden ordina l'attacco in Yemen, il conflitto rischia di allargarsi

SDA

12.1.2024 - 20:40

Funzionari americani e alleati sostengono che Joe Biden non "avesse altra scelta" che ordinare il raid in Yemen.
Funzionari americani e alleati sostengono che Joe Biden non "avesse altra scelta" che ordinare il raid in Yemen.
Keystone

L'attacco contro postazioni Houthi in Yemen ordinato da Joe Biden era «inevitabile» dal punto di vista di Washington ma rischia di provocare proprio quello che il presidente americano ha cercato di evitare finora: l'allargamento del conflitto in Medio Oriente.

Senza contare il contraccolpo interno in vista delle elezioni presidenziali di novembre, con una parte dei democratici che ha accusato il commander in chief di aver trascinato gli Stati Uniti nell'ennesima guerra.

«Oggi, su mio ordine, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dagli Houthi», ha annunciato nella tarda serata di giovedì Biden.

La decisione, secondo quanto hanno riferito fonti dell'amministrazione a Politico, sarebbe stata sofferta e maturata nel corso nell'arco di dieci giorni, dalla riunione del primo gennaio con il suo team per la sicurezza nazionale all'attacco di martedì da parte dei ribelli sostenuti dall'Iran, il più vasto sino ad oggi. Nel mezzo, i problemi di salute del capo del Pentagono Lloyd Austin che è stato ricoverato in ospedale, senza che Biden fosse informato, proprio nel momento più delicato del conflitto in Medio Oriente.

Il presidente non «aveva altra scelta»

Funzionari americani e alleati sostengono che il presidente non «avesse altra scelta» che ordinare il raid dopo che la via diplomatica, le missioni «porta a porta» del segretario di Stato Antony Blinken, le pressioni sull'Onu per una risoluzione di condanna e le minacce dirette agli Houthi non avevano sortito l'effetto sperato.

E anche alla luce del fatto che la coalizione internazionale Prosperity Guardian, creata il 18 dicembre, pur riuscendo ad intercettare la maggior parte dei droni Houthi non ha mai bloccato i lanci in maniera definitiva ed ha costi altissimi, quasi insostenibili anche per gli Stati Uniti.

Martedì, dopo l'ennesima riunione con il suo team per la sicurezza e Austin ancora ricoverato in ospedale, Biden ha contattato gli alleati e ordinato l'attacco che è stato sferrato due giorni dopo. «Gli Stati Uniti hanno avuto una serie di consultazioni con alleati e partner» prima di decidere, ha rivelato un alto funzionario dell'amministrazione americana in una telefonata con un gruppo di giornalisti.

Senza entrare nel dettaglio di quali Paesi siano stati sentiti oltre a quelli menzionati direttamente dal presidente, il funzionario ha parlato di «un ampio sostegno alle azioni intraprese da parte di Paesi di tutto il mondo».

Sul fronte interno Biden è stato sommerso di critiche

Sul fronte interno, invece, Biden è stato sommerso di critiche sia dai repubblicani che dai democratici. Innanzitutto dal suo probabile avversario alle elezioni di novembre, Donald Trump. «Lanciamo bombe in Medio Oriente (dove io ho sconfitto l'Isis) e il nostro segretario alla Difesa, dopo che è sparito per cinque giorni, è alla guida della guerra dal suo computer in una stanza di ospedale. Ricordatevi che questa è la stessa gang che si è arresa in Afghanistan. Ora abbiamo guerre in Ucraina, Israele e Yemen ma nessuna guerra al nostro confine sud», ha tuonato il tycoon in riferimento all'emergenza migranti dal Messico.

Per la deputata Rashida Tlaib, una delle più critiche nei confronti dell'amministrazione per il sostegno ad Israele, il presidente ha violato la Costituzione non avendo consultato il Congresso prima dei raid, mentre per un altro dem, il deputato della California Ro Khanna, Biden ha coinvolto gli Stati Uniti in nuovo conflitto in Medio Oriente.

Polemiche anche in Gran Bretagna, principale alleata di Washington in quest'operazione, dove il partito indipendentista scozzese ha accusato il premier Rishi Sunak di aver aggirato il parlamento e ha messo in discussione la legittimità dei raid.