È allarme Merkel: «La situazione Covid in Germania è drammatica»

SDA

17.11.2021 - 22:04

Dati pandemici preoccupanti per la Germania della cancelliera uscente Angela Merkel.
Dati pandemici preoccupanti per la Germania della cancelliera uscente Angela Merkel.
KEYSTONE/EPA/CLEMENS BILAN

I contagi continuano ad aumentare, le terapie intensive si riempiono velocemente, il numero dei morti è «spaventoso» e alla luce di tutto questo «non si può dire altro che la situazione della pandemia in Germania è drammatica».

17.11.2021 - 22:04

Angela Merkel lancia l'allarme e fa trapelare la bocciatura dei piani del governo di Olaf Scholz. Domani i partiti del cosiddetto 'semaforo' presentano una proposta di legge al Bundestag, ma per la cancelliera «non è sufficiente».

Serve invece «un segnale chiaro» dalla conferenza Stato-Regioni, anch'essa in agenda domani. E l'incontro, sottolinea la Bundeskanzlerin uscente, arriva «con troppo ritardo».

Berlino non è da sola a confrontarsi con la quarta, travolgente ondata del Covid: in Austria, dove i non vaccinati sono già in lockdown, i contagi hanno superato quota 14mila per la prima volta dall'inizio della pandemia, e non si esclude la chiusura per tutti a Salisburgo, dove l'incidenza settimanale ha toccato i 1.672 casi su 100 mila abitanti.

In Polonia in 24 ore si sono registrati 462 morti e 24.239 nuovi positivi, con un aumento del 30% rispetto al giorno prima. Il nord e l'est Europa sono l'epicentro dell'emergenza in questo autunno, che mette ancora una volta a rischio la tenuta dei sistemi sanitari nazionali. E sotto accusa sono i non vaccinati, la breccia lasciata al Covid per dilagare.

In Germania bassa quota di immunizzati

Il vero tallone d'Achille della Germania è proprio la bassa quota di immunizzati: solo il 67,7% della popolazione ha la protezione completa, mentre il 71% ha fatto la prima dose. Quattro milioni di persone si sono sottoposte poi al booster, sul quale si cerca di accelerare, promuovendolo a partire da 5 mesi dalla seconda dose (invece di sei).

Pesa certamente anche il vuoto di potere venutosi a creare dopo le elezioni di settembre che hanno aperto il post Merkel: «Ma al virus non interessa affatto se vi sia il governo reggente o quello effettivo in carica», ha fatto presente la cancelliera, che non ha risparmiato critiche a Spd, Verdi e Liberali.

Sono loro infatti che hanno frenato il vertice operativo con i ministri presidenti dei Laender, ovvero il consesso che ha gestito le precedenti ondate. Il cosiddetto 'semaforo' vuole che la pandemia, d'ora in poi, si governi dal Parlamento.

L'allarme è già oltre i livelli di guardia

Ma l'allarme è già oltre i livelli di guardia: il Robert Koch Institut ha segnalato in 24 ore il nuovo record di 52.826 casi, 294 morti e un indice settimanale di 319,5 pazienti su 100 mila abitanti. Il tasso di ospedalizzazione è arrivato quasi a 5 (il picco massimo federale fu 15,5 a dicembre).

Ma in alcune regioni, come Sassonia, Turingia e Baviera i sistemi sanitari sono già al limite delle forze. Al punto che dal Land di Monaco sono già stati trasferiti due pazienti a Bolzano e Merano nei giorni scorsi. «L'obiettivo è sempre stato quello di non sovraccaricare il sistema sanitario», ha sillabato la cancelliera, «e l'amara verità è che in alcuni Laender questo non è più possibile».

È arrivata poi dagli anestesisti la denuncia dai toni più disperati: «Il sistema sanitario va verso la catastrofe», hanno avvertito, nel clima tesissimo provocato dalla mancanza di personale (soprattutto quello infermieristico) che ha prodotto la perdita di migliaia di posti di terapia intensiva.

Si estende a macchia d'olio il cosiddetto 2G

E mentre fra i Laender si estende a macchia d'olio il cosiddetto 2G, che esclude i non vaccinati dai locali pubblici, il pacchetto sul tavolo del futuro esecutivo punta sul Green pass anche sul posto di lavoro e nei mezzi di trasporto pubblico; sui test quotidiani obbligatori nelle case di cura; e sull'obbligatorietà del telelavoro.

È aperto inoltre il dibattito sulla possibilità di rendere obbligatorio il vaccino per alcune categorie: i liberali, tendenzialmente contrari, hanno mostrato una nuova apertura, soprattutto per quanto riguarda le strutture sanitarie per anziani, dove però – avvertono – si rischia il contraccolpo di licenziamenti di massa. Queste misure potrebbero tuttavia non bastare, e i piani del Semaforo rischiano di franare venerdì al Bundesrat.

Diversi virologi hanno già sollevato la necessità di ridurre i contatti: Christian Drosten, dello Charité, ha invocato misure da lockdown paventando altri 100 mila morti. E la Cdu vorrebbe prorogare lo stato di emergenza, in scadenza il 25 novembre. La giornata di domani è decisiva, e la politica dovrà sforzarsi di accordare le voci per evitare il collasso di un Paese.

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