Consiglio europeoMerkel verso l'addio, ultimo discorso al Bundestag
SDA
24.6.2021 - 22:06
È l'ultima volta che Angela Merkel parla al Bundestag, almeno dalla prospettiva attuale. E la cancelliera affronta il momento con la disciplina di sempre: concentrata sui contenuti, i temi del Consiglio europeo, non si lascia tradire dall'emozione neppure per un istante.
Keystone-SDA
24.06.2021, 22:06
SDA
All'applauso, ben più lungo del solito, reagisce finalmente con un sorriso, e toglie la mascherina solo per una sorsata d'acqua. Ineccepibile stile Merkel. Sono i leader degli altri partiti, però, a celebrare l'evento, ed è stato il liberale Christian Lindner, non esattamente un amico, a rendere onore alla «forza e al talento intellettuale» con il quale Merkel ha «costantemente e disinteressatamente servito la Germania e l'Europa per 16 anni».
Anche la candidata verde, Annalena Baerbock, ha fatto altrettanto: «Molte molte persone le sono grate, per aver tenuto l'Europa insieme nei momenti di crisi». Il parlamento chiude i battenti per la pausa estiva, dopo la seduta di domani, e stando al calendario riaprirà a elezioni già avvenute, dopo il 26 settembre.
Che la cancelliera non si presenti più all'assemblea dipenderà però anche dalla durata delle consultazioni, per la formazione del nuovo esecutivo: la Bundeskanzlerin potrebbe anche non uscire di scena poi così velocemente. Ad ogni modo, in questi giorni, Merkel è alle prese col tour delle sue «ultime volte»: l'ultimo G7, l'ultimo questiontag, l'ultima dichiarazione governativa in aula, e forse anche l'ultimo Consiglio europeo.
Curiosità sullo spostamento della politica tedesca post-voto
Il lungo addio di una leader, ancora prima in classifica nei sondaggi sulle preferenze, avviene in un clima di grande curiosità sullo spostamento tettonico della politica tedesca post-voto: l'esito delle elezioni è del tutto aperto.
E a prendere la parola oggi sono stati anche i tre aspiranti cancellieri, il candidato dell'Unione Armin Laschet, che non compariva al Bundestag da 23 anni, rilanciato dai rilevamenti demoscopici e dalla vittoria nella Sassonia-Anhalt.
Il ministro delle Finanze socialdemocratico Olaf Scholz, che ha spinto sull'Europa, aprendo implicitamente ancora una volta agli eurobond: «Gli stati europei non possono farcela da soli, servono meccanismi forti comuni», ha detto celebrando l'assunzione comune di crediti attraverso il Recovery come un «progresso della conoscenza».
E la verde Baerbock, secondo la quale nel prossimo decennio «non basterà stabilizzare» l'Ue, si dovrà «rinnovare la promessa europea». È stato ancora Lindner a sollevare poi il nodo del futuro, attaccando il vicecancelliere: «La proposta di Scholz è che indebitarsi diventi una filosofia di Stato. I debiti invece mettono a rischio la stabilità e la tenuta dell'eurozona».
«Toccherà ad Armin Laschet stabilire se avremo una politica di bilancio di stampo più mediterraneo o se la Germania tornerà ad essere avvocato della stabilità e dell'economia di mercato», ha detto uno degli aspiranti al dicastero delle finanze.
In campo ci sono due bussole diverse: quella di chi vorrebbe riportare Berlino ad allearsi coi rigoristi europei, e quella di chi spinge perché l'apertura straordinaria accordata (col Recovery) al Sudeuropa dal management merkeliano della pandemia sbocchi in un modello di solidarietà europea strutturale e permanente.