Città del Messico Marcia per il diritto all'aborto si conclude con 37 feriti

SDA

29.9.2021 - 18:02

Una marcia per il diritto all'aborto svoltasi ieri a Città del Messico si è conclusa con incidenti provocati secondo le autorità cittadine da un gruppo di manifestanti, per un bilancio di almeno 37 feriti fra cui vari agenti di polizia.
Una marcia per il diritto all'aborto svoltasi ieri a Città del Messico si è conclusa con incidenti provocati secondo le autorità cittadine da un gruppo di manifestanti, per un bilancio di almeno 37 feriti fra cui vari agenti di polizia.
Keystone

Una marcia per il diritto all'aborto svoltasi ieri a Città del Messico si è conclusa con incidenti provocati secondo le autorità cittadine da un gruppo di manifestanti, per un bilancio di almeno 37 feriti fra cui vari agenti di polizia.

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Come parte della Giornata mondiale di azione per il diritto delle donne ad una legalizzazione dell'interruzione della gravidanza, gruppi e collettivi femministi – circa 1800 persone secondo le autorità cittadine – hanno attraversato la capitale scandendo slogan favorevoli ad una totale depenalizzazione dell'aborto.

La maggior parte della marcia, ha indicato l'emittente, si è svolta pacificamente, fra il Monumento alla Rivoluzione, nella Colonia Tabacalera, e la piazza dello Zocalo, dove persone incappucciate, identificate come 'Black Block', hanno cercato di rimuovere le barriere di protezione del Palazzo nazionale.

In risposta la polizia ha contrastato con decisione l'intento, usando gas lacrimogeni e sfollagente, mentre i dimostranti lanciavano petardi, pietre e altri oggetti contundenti.

Dei 37 feriti, nove sono civili, uno un funzionario del ministero dell'Interno e 27 agenti donne della polizia, di cui quattro sono state ricoverate in ospedale.

Il presidente Obrador condanna le violenze

Nella sua conferenza stampa odierna il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha condannato le violenze dei manifestanti e ha chiesto al governo della capitale di indagare sui fatti, «ma con attenzione, perché se non sarà chiara la verità dell'accaduto, si rischia di costruire dei martiri»

Il capo dello Stato infine ipotizzato che nella marcia si possano essere infiltrati provocatori perché, ha detto, «le donne partecipano quando si tratta di una giusta causa, ma quando si tratta di fare danni, si tengono fuori».