RussiaIn poche migliaia rendono l'ultimo saluto a Gorbaciov
SDA
3.9.2022 - 18:36
La lunga fila per entrare nella camera ardente si forma al lato del teatro Bolshoi, vira a sinistra e passa sotto un busto di Lenin. Poi scende lungo la Via Bolshaya Dmitrovka, in fondo alla quale, sul palazzo che fu sede della Terza Internazionale, c'è una lapide intitolata a Gramsci. Infine entra nella Casa dei Sindacati.
Keystone-SDA
03.09.2022, 18:36
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L'ultimo omaggio a Mikhail Gorbaciov assomiglia a un pellegrinaggio in ricordo del passato sovietico, che viene sepolto con il suo ultimo leader. A dargli l'estremo saluto alcune migliaia di persone. Poche rispetto al ruolo storico del personaggio e all'impatto che ha avuto sul suo Paese e sul mondo.
L'assente più illustre in questo 'mezzo' funerale di Stato è Vladimir Putin che due giorni fa era passato all'ospedale per deporre un mazzo di rose rosse accanto alla bara del defunto prima di partire per un viaggio a Kaliningrad.
Ora è tornato, ma come aveva preannunciato non si fa vedere, limitandosi a inviare una corona di fiori. Una conferma del disagio che la Russia di oggi, intenta ad inseguire la potenza del passato, prova per l'uomo in cui vede colui che ha fatto crollare sì un regime dispotico, ma ha anche aperto le porte al caos degli anni '90 e inferto un colpo quasi letale alla grandezza e all'orgoglio nazionali.
È invece presente l'ex presidente Dmitry Medvedev, ora vice capo del Consiglio di sicurezza nazionale. Così come sono presenti diversi personaggi dello spettacolo tra cui Alla Pugachiova, una delle più famose cantanti russe.
I paesi dell'UE inviano i loro ambasciatori
Unico leader europeo a recarsi alla camera ardente è stato il primo ministro ungherese Viktor Orban, in linea con la posizione dissidente più volte espressa rispetto alla Ue sui rapporti con Mosca. Ma nessun incontro è in programma con Putin, ha fatto sapere il Cremlino.
Gli altri Paesi dell'Unione hanno inviato gli ambasciatori, così come la Gran Bretagna e gli Usa. Alla cerimonia ha presenziato un picchetto d'onore militare. Due soldati in alta uniforme rossa e blu, sull'attenti ai lati di una fotografia del defunto, accoglievano i cittadini che entravano nella Casa dei Sindacati.
Poi un lungo percorso nelle sale del palazzo decorate con stucchi color verde pallido. Infine, l'entrata nella grande Sala delle Colonne. La stessa dove furono resi gli ultimi onori a tutti i leader sovietici a partire da Stalin, eccetto Khrushov, morto quando era già stato deposto.
A riportare al presente era un'enorme scritta su un telo posto sulla facciata di un palazzo di fronte: 'Zadachu vypolnim', assolveremo al nostro compito. Lo slogan della cosiddetta operazione militare speciale in Ucraina.
Tante persone di mezza età
Uno dopo l'altro, al suono di musica classica, i visitatori sono passati davanti alla salma, molti lasciando piccoli mazzi di fiori. Per loro Gorbaciov resta comunque il leader che ha portato la libertà. «Grazie a lui ho potuto leggere i libri che volevo e viaggiare all'estero», dice una signora di una settantina d'anni che aspetta in fila.
«Pensate soltanto al fatto che è stato lui ad abolire il divieto di espatrio, e il sistema della prapiska, la proibizione di lavorare in regioni dell'Urss diverse dalla propria residenza», sottolinea Marina, una italianista che lo ha incontrato tre volte. E non è un caso che chi ha reso omaggio all'ex leader scomparso fosse per lo più gente di mezza età, memore della repressione del passato regime.
Sepolto accanto alla moglie
Al termine della cerimonia, il feretro è uscito scortato dai soldati, accompagnato dai familiari e dal Premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, già direttore del giornale indipendente Novaya Gazeta, che da marzo ha sospeso le pubblicazioni per le sue posizioni contrarie all'operazione in Ucraina.
Muratov portava una fotografia di Gorbaciov, mentre la gente applaudiva e gridava «grazie». Poi la partenza per il cimitero monumentale di Novodevichy, dove Gorbaciov è stato sepolto accanto alla moglie Raissa al suono dell'inno nazionale eseguito da una banda militare, dopo che un prete ortodosso aveva recitato una preghiera per lui.