Global compact Migranti, tante sedie vuote al vertice Onu

ATS

9.12.2018 - 19:57

Il premier belga Charles Michel
Il premier belga Charles Michel
Source: KEYSTONE/EPA/STEPHANIE LECOCQ

Il Global compact, il patto Onu sui migranti, spacca i governi (ultimo quello belga) e al summit di Marrakech che si apre domani ci saranno parecchie sedie vuote.

Tutto è pronto per la firma dell'accordo, non vincolante, fortemente voluto dall'Onu nel tentativo di dare una risposta globale al problema delle migrazioni. Ma il summit che doveva riunire i 190 Paesi firmatari del Patto adottato a luglio a New York, ha già parecchie defezioni, soprattutto europee. I 27 dell'Unione che avevano a lungo parlato di negoziati "a una sola voce", ora sono divisi: le misure previste, per molti Paesi, soprattutto dell'Est, sarebbero un'ingerenza nelle politiche nazionali. E a nulla è valso l'appello dell'Ue ai Paesi che hanno deciso di non partecipare.

I primi a defilarsi dal Patto, nel 2017, sono stati gli Stati Uniti. Poi, a luglio scorso, l'Ungheria del premier Vitkor Orban. Da qui in poi una serie di defezioni a cominciare dal gruppo di Visegrad: Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e poi ancora Austria, Bulgaria, Croazia, Israele e Australia. La Svizzera ha annunciato che non andrà al vertice in attesa di un pronunciamento del Parlamento.

Stessa posizione assunta dall'Italia, che pure aveva firmato il documento a New York, dove comunque l'argomento ha spaccato la maggioranza gialloverde.

Il patto sui migranti ha provocato una crisi anche in Belgio. Il primo partito della coalizione, N-Va (l'Alleanza fiamminga di destra), ha ritirato i suoi ministri dal governo in contrasto con la decisione del premier Charles Michel di recarsi in Marocco per sottoscrivere l'intesa. L'N-Va chiedeva "perlomeno l'astensione sul patto". Michel ora dovrà guidare un governo di minoranza, in vista delle legislative fissate per maggio 2019.

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