TensioniRischio di guerra religiosa in Russia? Mosca: «Kiev dietro alle violenze in Daghestan»
SDA
30.10.2023 - 20:34
Lo spettro di una guerra religiosa sul territorio russo, con la relativa minaccia di una frantumazione del Paese, torna ad affacciarsi a Mosca 30 anni dopo l'inizio del conflitto ceceno.
Keystone-SDA
30.10.2023, 20:34
30.10.2023, 21:32
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Dopo l'attacco di centinaia di persone ad un aeroporto nella repubblica caucasica a maggioranza musulmana del Daghestan, per l'arrivo di un aereo da Israele, il presidente Vladimir Putin ha riunito il governo e i vertici degli apparati di sicurezza per far fronte all'emergenza.
Secondo il ministro degli Esteri Russo Kiev avrebbe avuto «un ruolo chiave». L'Ucraina respinge le accuse.
Secondo il canale Telegram Baza, sono circa 1.500 le persone che nella serata di domenica hanno fatto irruzione nel terminal internazionale e sulla pista dell'aeroporto di Makhachkala, dove era atterrato un volo di linea della compagnia russa Red Wings proveniente da Tel Aviv.
Un giorno dopo l'attacco di centinaia di persone ad un aeroporto nella repubblica caucasica a maggioranza musulmana del Daghestan, per l'arrivo di un aereo da Israele, il presidente Vladimir Putin ha riunito il governo e i vertici degli apparati di sicurezza per far fronte all'emergenza.
Ed ha lanciato un attacco durissimo al suo principale nemico ed ai suoi alleati: l'Ucraina, guidata dai suoi «benefattori occidentali» sta cercando di «ispirare pogrom» in Russia.
Il ministero degli Esteri ha denunciato un complotto dei «nemici» in cui Kiev avrebbe svolto «un ruolo chiave» approfittando del conflitto israelo-palestinese. Accusa respinta al mittente da Kiev.
Si tratta soltanto di un tentativo di «deviare le responsabilità», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, OlegNikolenko. In realtà, ha affermato il portavoce, gli eventi di domenica «riflettono un radicato antisemitismo nelle élite e nella società russe».
Circa 1500 persone hanno fatto irruzione nel terminal
Secondo il canale Telegram Baza, sono circa 1.500 le persone che nella serata di domenica hanno fatto irruzione nel terminal internazionale e sulla pista dell'aeroporto di Makhachkala, dove era atterrato un volo di linea della compagnia russa Red Wings proveniente da Tel Aviv.
Nei video che sono circolati si vedono alcune persone che sventolano la bandiera palestinese. Altre innalzano cartelli sui quali è scritto tra l'altro 'Siamo contro i rifugiati ebrei' e 'In Daghestan non c'è posto per chi uccide i bambini'.
Gli assalitori sono stati allontanati con l'intervento di 500 agenti delle forze antisommossa. Negli scontri sono rimaste ferite 20 persone, di cui 9 agenti, e 60 sono state arrestate. La sezione locale del Comitato investigativo russo ha aperto un'inchiesta per il reato di «disordini di massa», punibile con condanne fino a 15 anni di reclusione.
Secondo la testata Meduza, nessuno dei passeggeri del volo proveniente da Tel Aviv – una cinquantina tra cui un bambino del Daghestan che si era recato nello Stato ebraico per cure mediche – è rimasto ferito. Lunedì mattina l'aeroporto è stato riaperto al traffico.
Colpa anche del web?
Come detto, per Putin i disordini in Daghestan vengono ricondotti al conflitto che ancora insanguina l'Ucraina. «Gli eventi di Makhachkala sono stati ispirati, anche attraverso i social network, dalle mani degli agenti dei servizi speciali occidentali, non da ultimo dal territorio dell'Ucraina», ha tuonato lo zar, rinnovando le accuse agli occidentali di voler «destabilizzare e dividere» la società russa.
Anche le autorità della repubblica caucasica hanno riferito che l'assalto all'aeroporto è stato provocato da una campagna alimentata da un sito ucraino, ‹Mattino del Daghestan›, che aveva denunciato il possibile arrivo nella repubblica russa di «rifugiati da Israele».
Un sito aperto dall'ex deputato russo Ilya Ponomarev, che ha lasciato la Russia per l'Ucraina nel 2014 ed è diventato una figura dell'opposizione al Cremlino. Ma lo stesso Ponomarev sostiene di non avere più contatti con il sito in questione da un anno.
Si è espresso anche il patriarca Kirill
Anche il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, parla di «un tentativo di seminare discordia» fra ebrei e musulmani e avverte che «non ci può essere alcuna giustificazione morale per coloro che hanno pianificato un attacco contro persone innocenti in arrivo nel Daghestan».
Intanto, mentre la polizia ha rafforzato la protezione delle sinagoghe, il presidente del Centro di coordinamento dei musulmani del Caucaso settentrionale, Ismail Berdiyev, ha lanciato ai correligionari un appello perché non cadano in provocazioni.
«Raccomando ai cittadini di guardare alle informazioni in modo più obiettivo e pensare alle loro occupazioni, e spero che tutti i colpevoli siano puniti», ha detto il rappresentante della comunità islamica.