In 2 anni Myanmar, l'Onu: «Profonda regressione dei diritti umani»

SDA

27.1.2023 - 12:26

In Myanmar, secondo fonti attendibili citate dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani, almeno 2890 persone sono morte per mano dei militari o loro complici (foto d'archivio)
In Myanmar, secondo fonti attendibili citate dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani, almeno 2890 persone sono morte per mano dei militari o loro complici (foto d'archivio)
Keystone

Il Myanmar (Birmania) ha subito «una regressione totale dei diritti umani», nei due anni dal primo febbraio 2021 quando l'esercito birmano ha attuato un colpo di stato contro il governo democraticamente eletto.

27.1.2023 - 12:26

Lo ha dichiarato oggi il l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk.

Secondo fonti attendibili citate dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani, almeno 2890 persone sono morte per mano dei militari o loro complici.

«Questa è quasi certamente una sottostima», osserva l'Onu. «Secondo quasi tutte le misurazioni possibili e in ogni area dei diritti umani – economici, sociali, culturali, civili e politici – il Myanmar è profondamente regredito» ed «i civili sono stati i veri bersagli degli attacchi,» ha detto Turk in un comunicato reso noto a Ginevra. «I responsabili degli attacchi quotidiani contro i civili e delle violazioni dei diritti umani devono essere ritenuti responsabili», ha aggiunto Turk.

L'Onu sottolinea inoltre che 1,2 milioni di persone risultano sfollate all'interno del paese e che oltre 70'000 sono fuggite all'estero. L'economia del Myanmar è crollata con quasi la metà della popolazione che ora vive al di sotto della soglia di povertà.

La violenza è peggiorata e le possibilità di assistenza umanitaria sono state fortemente limitate, ha deplorato l'Alto Commissario, ribadendo l'appello al rilascio di tutti i detenuti politici, compresa la Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi ed il presidente Win Myint. Per Turk, «ripristinare il rispetto dei diritti umani è la chiave per porre fine a questa crisi».

SDA