Sequestro Libere le 279 studentesse rapite a scuola in Nigeria

SDA

2.3.2021 - 21:47

Alcune delle 279 studentesse rapite venerdì in attesa di un check up medico.
Alcune delle 279 studentesse rapite venerdì in attesa di un check up medico.
Keystone

Le 279 studentesse rapite da uomini armati in un raid contro il dormitorio del loro collegio venerdì scorso a Jangebe, nel nord-ovest, sono state tutte liberate.

2.3.2021 - 21:47

Il rilascio delle ragazze rappresenta una «gioia incontenibile», ha affermato via Twitter il presidente Muhammadu Buhari dopo un sequestro le cui cifre iniziali indicavano il coinvolgimento di 317 ragazze. Il loro numero effettivo di 279, inferiore ma comunque alto, ha ricordato subito il rapimento delle 276 studentesse avvenuto nel 2014 a Chibok, nel nord-est.

A differenza di queste, però, che furono catturate da Boko Haram per poi scappare o essere liberate in poco più di un centinaio, le studentesse di Jangebe hanno avuto a che fare con dei banditi e sono tornate tutte sane e salve, come ha detto il governatore dello Stato di Zamfara, Bello Matawalle.

Quest'ultimo ha specificato che le agenzie di sicurezza sono state assistite nell'operazione di salvataggio da banditi pentiti e che per la liberazione delle studentesse non è stato pagato alcun riscatto.

I maxi-rapimenti a scopo di estorsione, infatti, sono frequenti per uomini armati che puntano al facile bottino rappresentato da assalti contro scuole dalla scarsa o nulla sorveglianza.

Un «risultato dei nostri sforzi di pace»

Matawalle ha rivendicato la liberazione come «risultato dei nostri sforzi di pace», accusando coloro che parlano di insicurezza nel paese e facendo appello ai genitori perché continuino a mandare i figli a scuola con la garanzia di una maggiore protezione, ma è un fatto che quello di Jangebe rappresenta il terzo rapimento di studenti da dicembre e crescono le preoccupazioni di infiltrazioni islamiste tra le fila dei banditi.

L'insicurezza nigeriana ha infatti diversi volti e roccaforti, e il nord-est è da anni terreno di scontro con i miliziani jihadisti di Boko Haram e della loro costola, il gruppo dello Stato islamico in Africa occidentale (Iswap), sospettato di aver attaccato ieri sera un campo militare e una base dell'Onu a Dikwa, città nel nord-est.

Il raid è stato «direttamente mirato» alle strutture umanitarie e «colpirà il supporto garantito a quasi 100'000 persone che hanno disperato bisogno di assistenza», ha detto Edward Kallon, coordinatore umanitario dell'Onu in Nigeria.

Le violenze di matrice jihadista in atto da 12 anni nel paese hanno provocato 36'000 vittime e circa due milioni di sfollati.

SDA