Dall'inchiesta affidata all'antiterrorismo assume intanto contorni più precisi il profilo del killer, Brahim Issaoui, tunisino di 21 anni. Il ragazzo, ha raccontato la madre, ha avuto un'adolescenza turbolenta tra droga e alcol, ma da due anni era cambiato: aveva cominciato a recitare le preghiere islamiche e si era chiuso in sé stesso.
L'altro ieri, il killer ha telefonato al fratello Yassine. «Ha detto che andava in Francia perché era meglio per il lavoro», ha raccontato il fratello all'agenzia France Presse. Secondo Al Arabiya, il giorno prima dell'agguato inviò una foto della Basilica di Nizza proprio al fratello, scrivendo di voler passare la notte lì davanti. Da fonti vicine all'inchiesta trapela che era giunto in città «24-48 ore prima dell'attacco».
C'è un secondo fermo
Intanto, nella serata di venerdì, un secondo uomo è stato fermato: è quanto riferisce radio Europe 1 citando fonti giudiziarie.
Secondo l'emittente, l'individuo fermato era stato in contatto con il killer tunisino giunto a Nizza da pochi giorni dopo essere entrato in Europa dall'Italia. Un altro individuo sospettato di aver avuto contatti con il terrorista era stato fermato ieri sera.
Indagine sull'esistenza del gruppo terroristico 'Al Mahdi
A Tunisi la procura antiterrorismo ha ordinato l'apertura di un'indagine sulla presunta esistenza del gruppo terroristico 'Al Mahdi nel sud della Tunisia' e sul suo potenziale coinvolgimento nell'attentato.
A riferirlo è stato il portavoce e sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Tunisi Mohsen Dalì, spiegando che l'avvio dell'indagine segue un post sui social di un individuo che ha scritto di appartenere al gruppo 'Al Mahdi nel sud della Tunisia', rivendicando la responsabilità della strage di Nizza.
Brahim continua a essere in prognosi riservata all'ospedale Pasteur di Nizza dopo l'operazione subita ieri per le ferite infertegli dai poliziotti che l'hanno neutralizzato. Non è ancora in grado di rispondere agli inquirenti.