Colpo di StatoNuovo golpe in Mali, arrestati il premier e il presidente
SDA
25.5.2021 - 21:25
In Mali, il poverissimo paese del Sahel minacciato dai terroristi islamici, i militari hanno compiuto una sorta di «golpe nel golpe» defenestrando i vertici di un esecutivo transitorio sgradito ai colonnelli autori del putsch dell'agosto scorso.
Keystone-SDA
25.05.2021, 21:25
25.05.2021, 21:30
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Il presidente di transizione Bah Ndaw e il primo ministro Moctar Ouane, i due esponenti incaricati dal settembre scorso di guidare il paese per 18 mesi nel ritorno a un governo civile, sono stati arrestati ieri da ufficiali dell'esercito scontenti per le nomine di un imminente rimpasto di governo.
E Assimi Goita, il capo della giunta militare, li ha esautorati in una dichiarazione letta in tv sostenendo che Ndaw e Ouane hanno cercato di «sabotare» la transizione, che comunque «procederà normalmente»: il colonnello e nuovo uomo forte maliano ha infatti confermato le elezioni per l'anno prossimo, «nel 2022».
L'annuncio segna l'ultima crisi che ha colpito paese dell'Africa occidentale da 19 milioni di abitanti già sotto minaccia di sanzioni regionali per il golpe dell'anno scorso.
Condanna da più parti
Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato la detenzione di Ndaw e Ouane bollandolo come un «colpo di stato inaccettabile» e ha affermato che l'Unione europea è pronta «a imporre sanzioni mirate nelle prossime ore» contro i responsabili dell'azione.
Anche il Regno Unito ha chiesto la «liberazione immediata» e «incondizionata» del presidente e del premier del Mali, lanciando un appello alla «ripresa» del processo di transizione.
Già ieri Nazioni Unite, Unione africana, Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), Ue e Stati Uniti avevano emesso una rara dichiarazione congiunta condannando la detenzione dei due e chiedendone il rilascio.
Il rimpasto che ha innescato il nuovo golpe doveva placare le proteste
Il rimpasto che ha innescato il nuovo golpe doveva placare proteste popolari e manteneva in mano ai militari portafogli strategici ma due golpisti – l'ex ministro della difesa Sadio Camara e l'ex responsabile della sicurezza, il colonnello Modibo Kone – sarebbero stati sostituiti. Goita, che è vicepresidente del governo di transizione, ha spiegato l'accusa di sabotaggio sostenendo l'inverosimile circostanza che Ndaw e Ouane non lo avrebbero consultato.
Il 18 agosto giovani ufficiali avevano defenestrato il presidente Ibrahim Boubacar Keita dopo settimane di manifestazioni contro una presunta corruzione del governo e la sua risposta dell'insurrezione jihadista che controlla parte del desertico paese, vasto quattro volte l'Italia e tra i cinque più poveri al mondo.
Nelle strade di Bamako, la capitale, la vita nelle ultime ore comunque sembrava scorrere normalmente.