Guerra in Ucraina Energia nel mirino, blackout e vittime dopo nuovi raid russi

SDA

30.10.2025 - 19:18

Candele per fare luce (immagine d'archivio).
Candele per fare luce (immagine d'archivio).
Keystone

Una nuova ondata di raid russi devasta la rete energetica ucraina e lascia milioni di persone senza luce e riscaldamento, mentre Mosca avanza e Kiev punta sulle sanzioni.

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Un'altra pioggia di droni e missili russi ha preso di mira le infrastrutture energetiche ucraine nell'ambito di una campagna che rischia di aggravare in modo drammatico le difficoltà di Kiev nell'assicurare riscaldamento ed elettricità in vista dell'inverno.

Il principale fornitore di energia, Ukrenergo, è stato costretto a imporre black-out in varie oblast del Paese, dopo raid che hanno colpito dieci regioni, secondo quanto riferito dal presidente Volodymyr Zelensky.

I bombardamenti, avvenuti nella notte tra mercoledì e giovedì, hanno provocato tre morti e oltre 20 feriti, secondo le autorità ucraine. Due vittime sono segnalate a Zaporizhzhia, mentre una bambina di 7 anni ha perso la vita a Vinnytsia. Nel corso della giornata altre tre persone sono rimaste uccise in due attacchi avvenuti su Slovyansk, nella regione di Donetsk, secondo il capo dell'amministrazione militare della città.

Mosca avanza, Kiev rilancia sulle sanzioni

«Vista l'intensità degli attacchi degli ultimi due mesi, è chiaro che la Russia punta a distruggere completamente il sistema energetico dell'Ucraina», ha accusato Maxim Timchenko, amministratore delegato di Dtek, la maggiore azienda privata del settore.

Da parte sua, Mosca ha affermato di avere compiuto un «massiccio attacco» contro «imprese del complesso militare-industriale ucraino, obiettivi dell'infrastruttura energetica che ne garantisce il funzionamento e aeroporti militari». Il ministero della Difesa ha aggiunto di avere a sua volta abbattuto 170 droni ucraini lanciati sulla Russia, di cui 6 diretti verso Mosca.

La Russia ha rivendicato anche la conquista di due altri villaggi, uno nella regione di Zaporizhzhia e uno in quella di Kharkiv, nella sua lenta avanzata nell'est e nel sud dell'Ucraina.

Ma Zelensky ha affermato che Mosca sta subendo «perdite significative» a causa delle sanzioni già applicate alle compagnie petrolifere dagli Usa e dalla Ue e ha previsto che se continuerà questa «pressione coerente e basata sui principi, le perdite derivanti dalle sole restrizioni recentemente applicate ammonteranno ad almeno 50 miliardi di dollari all'anno».

Verso cessione di Lukoil a Gunvor

Il gigante petrolifero russo Lukoil, preso di mira insieme a Rosneft dalle sanzioni annunciate la settimana scorsa dal presidente Usa Donald Trump, ha detto che, come conseguenza di queste restrizioni, ha accettato l'offerta di acquisto dei suoi asset all'estero avanzata dal gruppo Gunvor, la multinazionale per il commercio di materie prime registrata a Cipro e con sede principale a Ginevra.

I punti chiave dell'intesa sono già stati concordati, ha aggiunto la compagnia russa, ma la sua conclusione è soggetta ad alcune condizioni, tra le quali l'ottenimento da parte di Gunvor del «permesso dell'Ofac», l'ufficio del Dipartimento del Tesoro Usa responsabile dell'applicazione delle sanzioni.

Secondo esperti contattati dall'agenzia Tass, il valore delle attività della Lukoil all'estero varia dai 9 ai 15 miliardi di dollari. Il gruppo controlla un grande giacimento in Iraq, una raffineria in Bulgaria, una in Romania e detiene partecipazioni in terminal petroliferi e catene di distributori in Europa.