«Non abbiamo una legge» conto l'omosessualità in Ungheria. «Abbiamo una legge che difende genitori e bambini. È sempre meglio leggere prima e poi reagire». Così il premier ungherese, Viktor Orban, arrivando al vertice del Consiglio europeo.
Orban ha detto di aver risposto in questi termini ai leader che lo hanno criticato, e ha ricordato di aver «lottato per la libertà sotto il regime comunista, anche per i diritti gay». «Non si tratta di omosessualità», ha insistito, dicendosi disponibile al confronto. Ma non ritirerà la legge, «già approvata e in vigore».
Il premier del Lussemburgo, Xavier Bettel, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo al Consiglio europeo ha invece affermato: «Dirò a Orban che le proposte che ha fatto e le leggi che fa votare sono inaccettabili. L'Europa è un progetto di pace, di tolleranza e di diritti, è triste doverlo ricordare».
Il primo ministro, promotore di un'iniziativa firmata da 17 leader europei contro le discriminazioni della comunità lesbica, gay, bisessuale, transessuale/transgender e intersessuale (Lgbti) in Europa, ha aggiunto che la scelta di votare alcune leggi appartiene al parlamento nazionale ungherese, ma l'Europa ha «dei valori» e «non è solo denaro e sovvenzioni, ci sono anche diritti e doveri».
Anche per il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres «nessuna discriminazione può essere accettata in nessuna circostanza ed è inaccettabile nelle nostre società moderne qualunque tipo di discriminazione nei confronti degli Lgbt+» (acronimo per la comunità lesbica, gay, bisessuale, transgender e altre realtà come quella intersessuale).