Ex presidente georgiano Paura per Saakashvili, Kiev: «Lo stanno torturando»

SDA

4.7.2023 - 21:33

Il volto emaciato, le guance scavate, il corpo scheletrico. Mikhail Saakashvili era il fantasma di se stesso lunedì, nella sua prima apparizione dopo mesi in collegamento video per un'udienza in tribunale con l'accusa di «abuso d'ufficio».

Mikheil Saakashvili in collegamento video il 3 luglio.
Mikheil Saakashvili in collegamento video il 3 luglio.
KEYSTONE/Pool Photo via AP

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Mikhail Saakashvili lunedì ha fatto la sua prima apparizione dopo mesi in collegamento video per un'udienza in tribunale con l'accusa di «abuso d'ufficio».
  • Aveva il volto emaciato, le guance scavate, il corpo scheletrico.
  • Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «In questo momento, la Russia sta uccidendo il cittadino ucraino Saakashvili per mano delle autorità georgiane».

L'ex presidente georgiano detenuto a Tbilisi si è alzato la maglietta per mostrare le costole che gli sporgevano dal petto, l'addome cavo e la pelle aderente alle ossa. «Un uomo totalmente innocente è tenuto in custodia - ha detto in diretta -, non ho commesso alcun crimine».

Immagini che hanno scatenato la reazione di Volodymyr Zelensky: «In questo momento, la Russia sta uccidendo il cittadino ucraino Saakashvili per mano delle autorità georgiane», ha attaccato il presidente dell'Ucraina convocando l'ambasciatore della Georgia per esprimere la «forte protesta» di Kiev e per chiedergli di tornare nel suo Paese per tenere consultazioni.

Le decisioni di Kiev sono «offensive», ha replicato il partito al potere in Georgia, da molti giudicato solidale con il Cremlino. «Ma desideriamo rimanere amici dell'Ucraina, anche unilateralmente, perché il Paese è in guerra», ha aggiunto Irakli Kobakhidze, presidente dello schieramento.

Al colloquio col rappresentante georgiano George Zakarashvili, il ministero degli Esteri ucraino ha sottolineato che l'atteggiamento di Tbilisi nei confronti di Saakashvili «è assolutamente inaccettabile. Le autorità georgiane devono smettere di abusare del cittadino ucraino», è la richiesta di Kiev che ha ribadito la sua disponibilità a «discutere con urgenza la questione del trasferimento dell'ex leader georgiano in Ucraina per cure mediche».

Al potere dal 2004 al 2013

Preoccupano infatti le condizioni di salute di Saakashvili. Presidente del Paese caucasico dal 2004 al 2013, era lui al potere quando molti anni prima degli attuali eventi in Ucraina, nel 2008, la Russia invase il territorio georgiano per sostenere i separatisti di Ossezia del Sud e Abkhazia, in quella che passò alla storia come la guerra russo-georgiana.

Partito per l'Ucraina dopo la fine del suo secondo mandato, è stato incarcerato in Georgia nel 2021 dopo essere tornato dall'esilio, con l'accusa di abuso di potere. Un'accusa che i gruppi per i diritti umani denunciano come politicamente motivata.

Ha perso circa 60 chili

Il politico georgiano, 55 anni, una volta pesava oltre 110 chilogrammi ma in due anni di detenzione ha perso circa 60 chili. A marzo aveva denunciato di essere stato avvelenato durante la prigionia, che sta scontando in un ospedale civile dove è stato trasferito l'anno scorso a seguito di uno sciopero della fame durato 50 giorni.

Due gruppi di medici hanno affermato che la salute di Saakashvili ha continuato a peggiorare anche dopo lo sciopero della fame, e alcuni specialisti di un'organizzazione con sede in Usa sostengono che il deterioramento della sua salute sia il risultato di «torture» in custodia.

Cosa dicono le autorità georgiane sulle sue condizioni?

Le autorità georgiane insistono invece sul fatto che l'ex presidente stia ricevendo cure mediche adeguate. Minimizzando i suoi rischi per la salute, sostengono che Saakashvili si rifiuta deliberatamente di prendere cibo sufficiente a riprendersi dallo sciopero della fame.

Intanto, l'Ue e gli Stati Uniti hanno esortato Tbilisi a garantire che Saakashvili riceva cure mediche e che i suoi diritti siano tutelati. Mentre Amnesty International ha bollato il suo trattamento come «un'apparente vendetta politica».