PoloniaPolonia, «Siamo in Ue e non andiamo da nessuna parte»
SDA
19.10.2021 - 10:34
«Per noi è una scelta di civiltà l'integrazione europea, noi siamo qui, questo è il nostro posto e non andiamo da nessuna parte, vogliamo che l'Europa ridiventi forte, ambiziosa e coraggiosa».
Keystone-SDA
19.10.2021, 10:34
19.10.2021, 11:37
SDA
Lo ha detto il premier polacco Mateusz Morawiecki, intervenendo al parlamento europeo a Strasburgo sulla crisi dello stato di diritto in Polonia.
«Troppo spesso abbiamo a che fare un'Europa dei doppi standard. Non dobbiamo lottare uni contro altri. Non dobbiamo cercare colpevoli dove non ci sono. La Polonia è attaccata in modo parziale e ingiustificato. Le regole del gioco devono essere uguali per tutti. Non è ammissibile che si parli di sanzioni. Respingo la lingua delle minacce e del ricatto», ha però continuato.
«L'Ue è una grande conquista dei Paesi europei, una forte alleanza economica, politica e sociale ed è l'organizzazione meglio sviluppata della storia, però l'Ue non è uno Stato, lo sono invece gli Stati membri dell'Ue. Gli Stati sono quelli che rimangono sovrani al di sopra dei trattati», ha affermato Morawiecki. «Nei trattati abbiamo concesso alcune competenze all'Ue, ma non tutte».
Von der Leyen, è sfida all'Ue
A Strasburgo ha parlato anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «Noi siamo preoccupati per la recente sentenza della Corte costituzionale polacca. La Commissione europea sta valutando attentamente questa sentenza, ma posso però già dirvi oggi che sono fortemente preoccupata perché mette in discussione la base della Ue e costituisce una sfida diretta all'unità degli ordinamenti giuridici europei», ha detto.
«Il destino della Polonia è l'Europa», ha affermato la tedesca, aggiungendo che «questa situazione deve essere risolta e lo sarà».
Sul rispetto dello stato di diritto «non permetteremo che i valori Ue siano messi a rischio. La Commissione europea agirà. Le opzioni sono ben conosciute: le procedure di infrazione, il meccanismo di condizionalità ed altri strumenti finanziari. E l'articolo 7, uno strumento potente su cui dobbiamo tornare».