Attacco al ponte Putin rompe il silenzio e accusa pubblicamente Kiev: «Un atto di terrorismo»

SDA

9.10.2022 - 21:37

Secondo Mosca l'attacco al ponte in Crimea è opera dei «servizi speciali dell'Ucraina», che hanno commesso «un atto di terrorismo» contro «un'infrastruttura civile critica della Russia». E il camion bomba proveniva dall'estero.

All'indomani dall'esplosione che ha danneggiato il simbolo dell'invasione, che collega la Russia alla penisola annessa nel 2014, il presidente Vladimir Putin rompe il silenzio e accusa pubblicamente Kiev dell'attacco.

Un'operazione di intelligence in cui sono stati «coinvolti cittadini russi e stranieri», ha denunciato il presidente del Comitato investigativo di Mosca Alexander Bastrykin, annunciando che le indagini verranno ora affidate agli 007 dell'FSB e al Ministero dell'Interno. Il camion bomba è giunto passando da Bulgaria, Georgia, Armenia, Ossezia del Nord e dalla regione russa di Krasnodar, ha precisato Bastrykin, citato da Interfax.

Un coinvolgimento dell'intelligence ucraina, d'altronde, sarebbe stato ammesso anche da un funzionario anonimo di Kiev al New York Times.

Le parole di Putin aprono la strada alla risposta militare russa

Le parole di Putin aprono la strada alla risposta militare russa, che potrebbe essere definita durante il Consiglio di sicurezza convocato lunedì dallo zar. Sul tavolo ci sono tutte le opzioni, dalla rappresaglia con armi convenzionali al temuto ricorso al nucleare tattico, previsto dalla dottrina della Russia in caso di minaccia alla sua integrità territoriale.

Tanto più che, oltre alla Crimea, gli 007 dell'Fsb hanno denunciato pubblicamente che in una settimana sono stati registrati oltre 100 bombardamenti ucraini nelle regioni frontaliere di Bryansk, Kursk e Belgorod: una dichiarazione che sembra schiacciare l'acceleratore verso un'escalation nella rappresaglia. «Naturalmente – ha minacciato il leader filorusso in Crimea, Serghei Aksyonov – si sono scatenate le emozioni e c'è un sano desiderio di vendetta».

Ma un nuovo avvertimento a Putin è arrivato dal presidente statunitense Joe Biden e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, che in una telefonata hanno criticato i recenti «gesti minacciosi» dello zar sul nucleare e «sono stati concordi sul fatto che un passo del genere provocherebbe conseguenze straordinariamente gravose per la Russia».

Si cerca di accertare la dinamica dell'attacco

Mentre i sommozzatori esaminano l'entità dei danni sul ponte di Kerch, e un'indagine dettagliata è in corso anche sulla stabilità dell'infrastruttura sopra la linea di galleggiamento, la commissione d'inchiesta voluta dal Cremlino è al lavoro per cercare di accertare la dinamica dell'attacco.

Secondo fonti di Mosca, prende sempre più corpo l'ipotesi che il conducente del camion bomba fosse ignaro dell'esplosivo trasportato. Non un attentatore né un kamikaze, dunque, ma la vittima di un inganno architettato appunto dai servizi ucraini: un utente gli avrebbe infatti commissionato il trasporto merci via internet.

In ogni caso, l'attacco sembra aver scatenato il caos in Crimea. Secondo i media di Kiev, all'indomani dell'esplosione centinaia di auto avrebbero cercato di attraversare il ponte, subito riaperto al traffico, per rifugiarsi in Russia, formando code lunghe cinque chilometri.

Kiev denuncia una nuova strage di civili

Intanto, Kiev ha denunciato una nuova strage di civili. Le forze russe hanno bombardato zone residenziali a Zaporizhzhia, provocando almeno 13 morti, tra cui bambini, e 89 feriti. Un attacco compiuto con nove missili S-300 e Kh-22 contro i quartieri abitati della città nel sud dell'Ucraina, che la Russia ha inglobato all'interno della Federazione dieci giorni fa, pur non avendone il pieno controllo. Decine di abitazioni, due condomini e altre infrastrutture civili sono state colpite, secondo la polizia regionale.

«Il mondo deve vedere la verità», ha reagito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, pubblicando su Facebook foto e video della distruzione causata dai raid. «L'Ucraina non ha mai voluto questa guerra. L'Ucraina non ha fatto nulla per provocarla. Abbiamo a che fare con uno Stato che non vuole la pace, con uno Stato terrorista», è la denuncia del leader di Kiev.

La tensione resta alle stelle anche con l'Occidente. L'Europa risentirà delle conseguenze negative di aver rifiutato l'energia russa per i prossimi 10-20 anni, ha avvertito il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, accusando gli Usa di approfittare della crisi energetica vendendo al Vecchio Continente il proprio gas «tre volte più costoso».

A scatenare l'escalation, ha minacciato ancora Mosca, sarebbe anche un maggiore sostegno militare occidentale. E la fornitura all'Ucraina di «armi a lungo raggio o più potenti» supererebbe una delle «linee rosse» tracciate dalla Russia.