Guerra in UcrainaPutin vuol incontrare Trump al più presto e intanto gela Zelensky e l'UE: «Ruolo secondario nei negoziati»
SDA
13.2.2025 - 20:16
Il presidente russo Vladimir Putin
sda
Vladimir Putin vuole organizzare quanto prima un vertice con Donald Trump per parlare di pace in Ucraina e di altri argomenti, perché considera Washington il suo «principale interlocutore», anche se Kiev «in un modo o nell'altro» parteciperà ai negoziati.
Keystone-SDA
13.02.2025, 20:16
SDA
Il giorno dopo la telefonata fra il tycoon e il capo del Cremlino, seguita da quella tra lo stesso Trump e Volodymyr Zelensky, il commento del portavoce di Putin, Dmitry Peskov, non ha certo l'effetto di rasserenare il presidente ucraino e i leader europei, che manifestano tutta la loro inquietudine e irritazione per la mossa di Trump.
Zelensky ha detto che «non è stato piacevole» vedere che Trump ha chiamato il Cremlino prima di rivolgersi a lui. «Non accetteremo alcun negoziato bilaterale sull'Ucraina senza di noi», ha aggiunto.
Forte anche la reazione di Kaja Kallas, che ha manifestato tutti i timori per un possibile accordo a tempi di record fra Trump e Putin che tagli fuori l'Europa: «Qualsiasi soluzione rapida sull'Ucraina è un affare sporco», e «non funzionerà», ha tuonato la responsabile della politica estera della Ue.
Ma Peskov ribatte affermando che «gli europei dovranno probabilmente parlare con Washington per chiedere un posto» al tavolo delle trattative.
Trump non batte ciglio e tira dritto per la sua strada
Anche Trump non batte ciglio e tira dritto per la sua strada, definendo quelle avute ieri con Putin e Zelensky delle «belle chiacchierate» che offrono la «possibilità di mettere fine a quella orribile e sanguinosa guerra».
Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha assicurato che quello del tycoon «non è un tradimento»: semplicemente «è il miglior negoziatore del pianeta, e solo lui può portare le potenze al tavolo».
Ma Trump, quasi ad aggiungere sale sulle ferite, si dice d'accordo con Putin sul fatto che Kiev non possa entrare nella Nato. «Questo – ha detto – va avanti da molti, molti anni. Lo dicono da molto tempo, che l'Ucraina non può entrare nella Nato, e io sono d'accordo».
Parole e commenti poco rassicuranti per Zelensky e le capitali europee
La Russia non si fa pregare per aggiungere alle parole di Trump altri commenti poco rassicuranti per Zelensky e le capitali europee. Caustico, come è nel suo stile, l'ex presidente Dmitry Medvedev, che paragona l'Europa a una «frigida zitella pazza di gelosia e di rabbia» perché «non è stata avvertita della chiamata Putin-Trump e non è stata consultata sui suoi contenuti».
Ma, pur rispettando i toni istituzionali, anche i commenti del Cremlino rispecchiano la volontà di riservare all'Unione Europea un ruolo secondario nel processo negoziale. È prematuro parlare di un possibile ruolo europeo, perché «per ora non è possibile dire nulla sulla configurazione delle parti» coinvolte, ha detto in conferenza stampa il portavoce Peskov.
La stessa risposta ha dato a chi gli chiedeva di un possibile coinvolgimento della Cina, che da parte sua si è detta «soddisfatta» nel vedere gli Stati Uniti e la Russia «rafforzare la comunicazione».
«Il nostro principale interlocutore è Washington»
Poi, in un'intervista trasmessa in serata alla televisione di Stato, Peskov ha calcato la mano: «Il nostro principale interlocutore è Washington», ha affermato il portavoce di Putin, per poi fare una sorta di concessione a Kiev.
«In un modo o nell'altro – ha detto – l'Ucraina parteciperà ai colloqui. Ci sarà un percorso bilaterale russo-americano di questo dialogo e un percorso che sarà relativo al coinvolgimento dell'Ucraina».
I negoziatori russi e americani, ha aggiunto Peskov, si sono messi al lavoro per preparare un vertice, che negli auspici di Mosca dovrebbe tenersi «rapidamente» perché i due leader «hanno molto di cui parlare». Non solo di Ucraina, ha sottolineato il portavoce, ma di diversi altri argomenti che stanno a cuore alla Russia, comprese «tutte le questioni relative alla sicurezza nel continente europeo».
Nella conversazione di ieri Trump e Putin non hanno parlato di revoca delle sanzioni, ha assicurato Peskov. Ma i mercati russi scommettono su una schiarita anche nei rapporti economici. L'indice Rtsi in dollari della Borsa di Mosca ha chiuso oggi con un balzo di oltre il 10% e quello Moex in rubli del 6%, mentre il rublo di è rafforzato del 3,45 sul dollaro e di quasi il 4% sull'euro.