Anniversario del massacroMacron: «Francia e alleati non fermarono il genocidio in Ruanda»
SDA
4.4.2024 - 17:25
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha affermato che la Francia «avrebbe potuto fermare il genocidio» del 1994 in Ruanda «con i suoi alleati occidentali e africani», ma «non ne ha avuto la volontà».
Keystone-SDA
04.04.2024, 17:25
04.04.2024, 17:36
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Lo si è appreso dall'Eliseo in preparazione del 30esimo anniversario dell'inizio dell'offensiva che portò ai massacri.
Macron, che già nel 2021 aveva riconosciuto le «responsabilità» della Francia nel genocidio, si esprimerà domenica «con un video che verrà pubblicato sulle reti sociali», si è appreso dal suo entourage.
La presidenza ha reso noto che «il capo dello Stato ricorderà in particolare che, quando la fase di sterminio totale contro i Tutsi cominciò, la comunità internazionale aveva i mezzi di sapere e di agire, attraverso la sua conoscenza dei genocidi che ci avevano rivelato i sopravvissuti degli armeni e della Shoah e che la Francia, che avrebbe potuto fermare il genocidio con i suoi alleati occidentali e africani, non ne ha avuto la volontà».
La Francia a fianco del Ruanda
«Il 27 maggio 2021 – ricorda l'Eliseo – il presidente ha riconosciuto, a Kigali (capitale del Ruanda), la responsabilità della Francia nel genocidio dei Tutsi, stabilita dalla commissione di storici e ricercatori diretta dal professor Vincent Duclert sul ruolo e l'impegno della Francia in Ruanda».
«Il 7 aprile 2024, il capo dello Stato – continua la presidenza – riaffermerà che la Francia è a fianco del Ruanda, del popolo ruandese, in ricordo di un milione di bambini, donne e uomini martirizzati perché nati Tutsi. Ribadirà l'importanza del dovere di memoria ma anche dello sviluppo delle conoscenze di riferimento e della loro diffusione, in particolare con l'educazione delle giovani generazioni in Francia».
Invitato dal presidente ruandese Paul Kagame per le commemorazioni del 30esimo anniversario del genocidio, domenica prossima, Macron non sarà presente, ma sarà rappresentato dal suo ministro degli esteri, Stéphane Séjourné.